Grande festa al Maracanà. La cerimonia d’inaugurazione che ha coinvolto moltissimi fra volontari, star e spettatori ha dato il via lo scorso 5 agosto alla XXXI edizione delle Olimpiadi estive. In scena la storia del Brasile, dalla nascita dei primi esseri viventi all’arrivo degli Europei e di tutte le diverse Nazioni che insieme hanno reso unico il paese sudamericano. Atleti di tutto il mondo, diversi per cultura e religione, si sono uniti in nome dello sport nella tradizionale sfilata. Federica Pellegrini, in testa al team azzurro, ha portato alta la bandiera italiana. Commovente la sfilata dei giovani rifugiati: sotto la bandiera bianca con i cinque cerchi olimpici, uomini e donne senza più patria cercheranno di rappresentare tutto il mondo.

Un momento significativo di ogni inaugurazione è l’arrivo della torcia olimpica che, dalla città di Olimpia, è finalmente giunta in Brasile attraverso una staffetta di tedofori.

È Vanderlei Cordeiro De Lima l’ultimo tedoforo dell’Olimpiade di Rio 2016. L’ex maratoneta era rimasto noto soprattutto per un episodio sfortunato costatogli l’oro durante le Olimpiadi di Atene 2004: Cornelius Horan, prete irlandese già noto per aver interrotto il Gran Premio in Gran Bretagna, placcò De Lima quando si trovava in testa alla maratona, facendogli perdere secondi preziosi. Sempre a causa di questo episodio, De Lima ottenne dal Comitato internazionale olimpico la celebre medaglia Pierre de Coubertin, uno dei riconoscimenti più prestigiosi per gli atleti partecipanti alle Olimpiadi di ogni edizione, attribuita soltanto a chi dimostra un particolare spirito di sportività durante i giochi.

Hanno così preso il via le Olimpiadi di Rio, arricchendo fin dai primi giorni il medagliere italiano.

Quale Nazione vincerà più medaglie nella XXXI edizione? Che cosa possiamo aspettarci da Rio 2016? Abbandonando supposizioni e previsioni, può essere utile indossare le lenti degli storici per conoscere quali Stati hanno conquistato più volte il podio dei vincitori.

Quali Paesi hanno vinto più medaglie ai giochi olimpici estivi fino a Londra 2012?

Gli Stati Uniti dominano la classifica con 2399 medaglie totali. Un dato che non sorprende se si considera quali grandi atleti nordamericani hanno calcato le arene olimpiche. A cominciare dal giovanissimo Cassius Clay - poi Muhammad Alì - che vinse l’oro a Roma nel 1960. Medaglia poi persa o - secondo alcuni - gettata nel fondo del fiume dell’Ohio perché, al ritorno dai giochi, un ristorante si era rifiutato di servirlo in quanto nero. A seguire tra i più celebri atleti statunitensi troviamo Bob Beamon e il duraturo record di 8,90 metri nel salto in lungo a Città del Messico 1968. Olimpiadi che rimasero celebri anche per un altro episodio di lotta alla discriminazione razziale: il pugno guantato nero di Tommie Smith e John Carlos alla cerimonia di premiazione della finale dei 200 metri maschili. Impossibile dimenticare poi il “Dream team” del basket che dominò le Olimpiadi di Barcellona nel 1992: formato da Larry Bird, Magic Johnson e - su tutti - Michael Jordan.

Al secondo posto in classifica troviamo l’Unione Sovietica. Una posizione  sorprendente se consideriamo che l’URSS, così configurata geo-politicamente, partecipò soltanto a 9 edizioni olimpiche, contro le 26 - oggi 27 - degli USA. Vinta la prima medaglia a Helsinki nel 1952, l’Unione Sovietica ha partecipato alle Olimpiadi fino all’edizione di Seoul del 1988, con la sola interruzione ai giochi olimpici del 1984. Le discipline in cui primeggiava erano l’atletica, la ginnastica e la lotta. Nel 1980 a Mosca, l’URSS ospitò la sua prima e unica edizione delle Olimpiadi, boicottata dagli Stati Uniti di Carter. L’Unione Sovietica, infatti, era osteggiata per aver invaso l’Afghanistan a sostegno di un governo filo-sovietico instauratosi poco tempo prima attraverso un colpo di stato.

L’Italia ottiene invece il sesto posto tra le nazionali, con 199 medaglie d’oro, 166 d’argento e 185 di bronzo (senza contare quelle dei Giochi in corso). Gli atleti azzurri, d’altra parte, hanno partecipato a quasi tutte le edizioni della competizione sportiva. Alcuni italiani, tra cui il maratoneta Carlo Airoldi, si iscrissero ad Atene 1896, le prime Olimpiadi dell’era moderna. Partito a piedi da Milano il 28 febbraio, Airoldi raggiunse la Grecia il 31 marzo, per poi venir escluso dai giochi in quanto professionista. Secondo De Coubertin, fondatore dei moderni Giochi olimpici, gli atleti non dovevano gareggiare per denaro, per questo vennero inizialmente esclusi i professionisti. Tra le più note medaglie italiane, sono indimenticabili quelle di Edoardo Mangiarotti, ancor oggi primo in Italia per numero di riconoscimenti, o lo storico oro vinto dell’avvocato Pietro Mennea, che nel 1980 fa sognare i connazionali con il tempo record di 19’’72 nei 200 metri piani. Tra le più contestate, la medaglia vinta nel 1900 a Parigi dal ciclista Brusoni, riconosciuta dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) ma non da quello internazionale (CIO) che ancora oggi fa oscillare il medagliere italiano degli ori tra 198 e 199.

Il grafico di seguito mostra l’andamento del trend di medaglie conquistate dai singoli paesi, dalla prima Olimpiade del 1896 a quella di Londra 2012.

I fattori di natura storica e sociale incidono sensibilmente sulla scelta di un paese nazionale di partecipare alla competizione: ripercorrere la storia delle Olimpiadi significa in qualche modo ripercorrere la storia dei paesi che vi hanno partecipato.
Nel grafico le due guerre mondiali lasciano tre grandi vuoti per le edizioni del 1916, 1940 e 1944. Le linee di alcuni paesi si spezzano per riprendere poco più in là perché determinanti sono le vicende storico economiche dei singoli paesi.

Gli USA sono partiti bene sin dall’inizio. Hanno raggiunto un numero altissimo di medaglie già nella Olimpiade di Saint Louis del 1904, ospitata in casa, con 239 competizioni vinte. Un picco ancora imbattuto. Negli anni seguenti il numero delle medaglie statunitensi scende e si mantiene più costante, per raggiungere un altro picco nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles. Competere in casa porta fortuna agli Stati Uniti.

La Russia, ad esempio, dopo le edizioni del 1908 e nel 1912, scompare dal panorama olimpico per diversi decenni per riiniziare a partecipare nel 1952 come Unione Sovietica e raggiungere ben presto il secondo posto per numero di medaglie. Nel 1992 linea dell'URSS si interrompe definitivamente, ma dalla successiva edizione del 1996 riemerge quella della Russia.

Simili vicende hanno interessato la Germania, che tra gli anni ’60 e ’80 vede lo sdoppiamento in Germania Ovest e Germania Est. I già citati contrasti politici tra USA e URSS si riflettono anche sul grafico con l’interruzione delle rispettive linee in occasione delle Olimpiadi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, quando i paesi si boicottarono a vicenda non partecipando alle edizioni del paese avversario.

E l’Italia? Il grafico mostra il lento inizio, con la conquista di poche medaglie nelle prime edizioni, e il picco di 36 medaglie delle Olimpiadi di Los Angeles del 1934, dopo di che prosegue con una certa costanza fino alle 28 medaglie conquistate nel 2012 a Londra.

Uno sguardo infine al Brasile, paese ospitante dell’edizione attuale e primo paese del Sud America ad ospitare una edizione delle Olimpiadi. La sua partecipazione ai giochi ha avuto inizio nel 1920, con la conquista di 3 medaglie, e non si è fatta notare particolarmente fino alla edizione del 1996 ad Atlanta con la conquista di 15 medaglie. Dopo di che ha mantenuto un andamento costante.  

Che cosa aspettarsi oggi da questa XXXI edizione brasiliana? La mappa dei paesi che nell’arco delle varie edizioni hanno ospitato la manifestazione fa emergere a questo proposito una relazione interessante tra paese ospitante e numero di medaglie ottenute.

Esaminando i dati edizione per edizione, è evidente che in molti casi il paese ospitante è lo stesso che ha vinto più medaglie. È il caso delle Olimpiadi di Parigi 1900, di Londra 1908, di Berlino 1936, di Mosca 1980, di Pechino 2008, e di tutte le Olimpiadi svolte negli Stati Uniti.

La mappa rende visivamente l’idea di come a farla da padrone sia stato il continente europeo, che ha ospitato da solo un numero di edizioni superiore a quello ospitato dagli altri continenti. Dalla prima edizione di Atene 1896 fino a quella di Londra 2012, l’Europa ha ospitato infatti 15 edizioni, senza contare quelle annullate per via delle guerre mondiali che pure dovevano svolgersi su suolo europeo. Segue poi l’America, con la significativa distinzione tra America del Nord e America del Sud. Mentre il Nord America ha ospitato diverse volte i Giochi, le Olimpiadi di Rio 2016 sono le prime a tenersi nel Sud del continente.

Gli Stati Uniti d’America sono la nazione ad aver ospitato i Giochi il maggior numero di volte, e allo stesso tempo sono il Paese che ha ottenuto più medaglie nella storia delle Olimpiadi. Seguono poi tre paesi europei, ciascuno con due edizioni all’attivo: Regno Unito, Germania e Grecia, il paese dove si svolsero nel 1896 le prime edizioni delle Olimpiadi moderne.

Ora non ci resta che seguire le competizioni di Rio 2016 per scoprire se anche in questo caso il paese ospitante la farà da padrone, stemperando per un po’ paure e critiche dei brasiliani.

(Elaborazioni dati e grafiche a cura di Catchy, in collaborazione con Alkemy Lab e Kode Solutions)