Era così assodato che la Corte Suprema americana avrebbe bocciato, in tutto o in parte, l’Affordable Care Act, riforma sanitaria inseguita da decenni e arrivata infine grazie alla sola scelta temeraria del presidente Obama, che la Cnn, mitica rete tv, e Fox sentito che i giudici s’erano divisi 5 a 4 s’è precipitata su twitter: «No alla riforma». In automatico partivano le dichiarazioni, felici i repubblicani, corrucciati i democratici.

Subito twitter correggeva Cnn: 5 a 4 sì, ma in favore della riforma di Obama. Ai quattro giudici liberal della Corte, Breyer, Sotomayor, Ginsburg, Kagan s’è unito – a sorpresa - il capo della Corte, John Roberts, nominato dal presidente George W. Bush, di solito solidale con i magistrati conservatori, Thomas, Scalia, Alito e il centrista Kennedy. La riforma, che la Corte ha limato solo su un punto minore, diventa così campo di battaglia per le elezioni di novembre, il candidato repubblicano Romney ha già scandito “La bocceranno gli elettori” e in pochi minuti gli oppositori hanno raccolto mezzo milione di dollari online.

La mobilitazione repubblicana, rilevante, non cancellerà la vittoria di Obama, che cocciutamente ha voluto la riforma. Crede a un’America in cui tutti siano protetti dall’assicurazione medica e, malgrado sappia che nei sondaggi la maggioranza dei cittadini resta contraria (individualisti gli americani preferiscono “scommettere” da soli su mutua o salute), per una volta rinuncia alla cerebrale prudenza e si impone al riluttante Congresso. Alla Corte i legali della Casa Bianca invocano la libertà di commercio, la multa da pagare per chi non si assicura è normale sanzione amministrativa. Il Chief Justice Roberts non avrebbe votato la riforma su questa base, fedele alla sua filosofia di limitare l’azione dello stato federale in economia. Ha invece, con una sentenza che farà discutere per anni nelle Law Schools, scritto che l’obbligo di mutua sanitaria è una tassa, sì, ma che il Congresso ha pieno diritto costituzionale di imporre tasse e sanzioni ulteriori per chi non le paga.

Fuori dall’austero edificio dove siedono, a vita, i 9 giudici della Corte Suprema, i militanti democratici hanno festeggiato, i rivali repubblicani giurato vendetta. Per la destra, dai Tea Party ai circoli intellettuali, è bruciante sconfitta. Da anni contano sulla Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, per rintuzzare le leggi dei liberal. Il giudice Thomas, il polemico Scalia impongono una lettura “letterale” della Costituzione che osteggia l’introduzione di nuovi diritti nella società civile Usa. Vedere ora il giudice Roberts, con il centrista Kennedy schierato a destra, dar ragione a Obama, li infuria: sul profilo Wikipedia, l’enciclopedia web, Roberts viene da ieri definito “Codardo”.

Obama vince e quando nei dibattiti Romney gli rimprovererà di non avere fatto granché in 4 anni citerà l’esecuzione di Osama e la riforma, con l’imprimatur della Corte. Certo, il presidente ha sempre negato che la riforma sia una tassa occulta e Roberts invece così l’ha definita: poco importa, vincere “fuori casa” in una Corte dove dominano i conservatori gli concede prestigio e autorevolezza. E le azioni dell’industria sanitaria ieri sono salite a Wall Street, non scese.

La storica sentenza di ieri avrà due altre conseguenze. Dopo anni di polarizzazione destra-sinistra, con sentenze sempre più militanti, i giudici hanno agito secondo lo spirito antico della Costituzione, che li vuole super partes, dimentichi della nomina presidenziale e pronti a dire sì o no secondo legge. Proprio nell’ultima sentenza prima del via libera alla riforma sanitaria, il giudice Scalia – uno dei cervelli più acuti della Corte - aveva irritato intervenendo sulla legge contro l’emigrazione dell’Arizona con toni da talk show, non da Supreme Court. Gli Stati Uniti hanno urgenza di ritrovare il dialogo perduto nel populismo estremista, da Tea Party a Occupy Wall Street. Il Congresso deve liberarsi dalla paranoia di considerare ogni intesa e compromesso un “tradimento”. Era l’intenzione di Obama “togliamoci i colori di guerra dal volto – diceva -, non siamo gladiatori nell’arena”, ma non è riuscito, l’opinione pubblica è più iraconda e divisa. La Corte Suprema, nobile idea dei Padri Fondatori per equilibrare i poteri di Casa Bianca, Congresso e magistratura, ha agito ieri secondo lo spirito americano di pragmatismo, buon senso, diritto.

In Europa, proprio nelle ore in cui si discute a Bruxelles il futuro dell’euro, l’eco del 5 a 4 incoraggerà chi difende welfare e stato sociale nei giorni difficilissimi di crisi economica: se anche a Washington tessono la rete di protezione, perché disfarla da noi? Il giudice tradizionalista Roberts è da oggi amico tra i nemici, nemico tra gli amici.