I controlli dei Giochi Olimpici possono farvi arrivare al Villaggio Olimpico da un'entrata del Centro commerciale di Stratford e intrupparvi poi su un treno, in direzione opposta, per uscire. Oppure possono, come è capitato a me ieri, lasciarvi entrare a bordo campo durante la partita di basketball Stati Uniti-Francia, prendere una sedia pieghevole e piazzarvi sotto la panchina americana. LeBron James, Kobe Bryant, stelle miliardarie della Nba, guardavano ridendo l'intruso con taccuino, stilografica Pelikan e Blackberry per la fotografia. Né per battere la Francia dovevano impegnarsi molto di più, risultato finale 98-71, senza stress. La Francia non è un cattivo team, ha Tony Parker che gioca con San Antonio nel campionato Nba. Ma non appena Kevin Durant apre i suoi 22 punti, tra slam dunk, alley-oop e tiri da 3, perfino i tifosi francesi cominciano a divertirsi, come la First Lady Michelle Obama felice in tribuna povera, ricavata da ponteggi e truciolato: s'era fatta vedere in piscina per l'oro di Lochte, ragazzi, a novembre si vota.

Così, con un intruso a bordo campo, Kobe Bryant che in una discesa verso la difesa affibbia all'arbitro un'affettuosa sculacciata, LeBron James che infilato un tiro libero sorride beato, la partita diventa riscaldamento, anche se la temuta Spagna batte la Cina 97-81. C'è spazio per la recluta Davis, appena arrivato tra i professionisti a New Orleans dai Kentucky Wildcats, e per un assist di William a James, che al volo infila, «poetico» dicono gli americani (LeBron finisce con 9 punti e 8 assist, uomo ovunque). Poi cena con Giggs, asso gallese del calcio.

Il presidente Obama, tifoso dei Bulls di Chicago, la città dove ha cominciato a far politica, ama ancora il «Dream Team», Squadra Sogno del 1992 a Barcellona, con Michael Jordan, Magic Johnson, che giocò malgrado una diagnosi da sieropositivo Hiv Aids ridando speranza a tanti, il chiassoso Barkley, che diede una gomitata a uno smilzo angolano, urlandogli «Aiuto! Prendi la lancia dal cespuglio e mi infilzi?», razzismo da nero ricco. Obama dichiara più forti i ragazzi 1992, ma - perfetto equilibrio politico - l'allenatore di oggi, Krzyzewski, detto Coach K, «il più forte di sempre».

Sia o no migliore delle Squadre Sogno, anche il Team 2012 fa sognare. Ma non per tutti gli atleti le Olimpiadi finiscono in pingui contratti Nba. Per tantissimi, soprattutto ex ginnasti, nuotatori sincronizzati (come Christina Jones), atleti, dal sogno dei 5 cerchi ci si risveglia al circo: acrobati, funamboli, clown. Il Cirque du Soleil, il più famoso dei circhi, impiega 50 ex atleti olimpici e il quotidiano «Wall Street Journal», incuriosito dal bilancio di € 850 milioni l'anno, ha scoperto tra di loro medaglie d'oro. Il ginnasta ucraino Valery Goncharov, attratto nel 2001 da un salario pari a 50.000 euro di oggi, ha lavorato nei numeri del circo, volteggiando per il pubblico incantato, sotto riflettori, tendone, il volto coperto dal cerone. Dopo un po', punto dalla nostalgia, è tornato in palestra, e ha fatto in tempo a vincere l'oro alle parallele, Atene 2004, con lo spettacolare voto 9,787.

Raro il viaggio di Goncharov, Olimpiadi-Circo andata e ritorno. Più spesso gli atleti restano sotto la tenda, perplessi, tra sport e spettacolo. Acrobati dapprima, allenatori degli acrobati se i riflessi si appannano, clown infine, quando la vita circense si fa quotidiana. è questo il cammino di Terry Bartlett, nazionale olimpico inglese 1984, 1988 e capitano della squadra alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Ora al Cirque du Soleil fa il pagliaccio, scarpe smisurate, naso finto, pubblico che ride alle sue cadute e non dà voti, come le giurie severe della ginnastica. Se Terry scivola non perde il magico 10 da medaglia, scatena applausi. Ai cronisti che gli chiedono se è duro fare il pagliaccio, l'ex capitano olimpico replica saggio: «è più duro lavorare». Come lui la pensa l'americano Raj Bhavsar, campione del mondo con la Nazionale Usa di ginnastica 2001 e 2003 e medaglia di bronzo a Pechino. Gli assi gemelli Paul e Morgan Hamm s'erano infortunati, il veterano Bhavsar andò agli attrezzi salvando la squadra. Ora è al circo, si esibisce nello show Iris.

E dai Giochi di Londra può uscire un talento da circo, clown non da Dream Team, Squadra Sogno, ma da Wake Up Team, Squadra Risveglio nella Normalità? Il miglior talento comico sembra fin qui la medaglia d'oro del ciclismo, il khazako Vinokourov, destinato a ritirarsi alla fine del 2012, dopo due anni di squalifica per doping. Gli inglesi, inviperiti perché ha strappato il podio a Cavendish, idolo di casa, ironizzano: «Ma è vero che risultò positivo al doping perché aveva ricevuto una trasfusione di sangue da suo padre?». Vinokourov risponde con una pagliacciata: «In quel caso sarei risultato positivo alla vodka!». Circo chiama, è nata una stella.