Quando la convention repubblicana di questa settimana darà a Trump la nomination, egli promuoverà il suo programma per la Nazione nel caso in cui dovesse venir eletto presidente.

I suoi consiglieri dicono che la priorità è mettere il turbo all’economia, e probabilmente poco dopo essersi insediato come nuovo Presidente, Trump presenterebbe un piano economico con tagli alle spese del governo, regolazione dell’amministrazione federale e riduzione radicale delle tasse.

Stephen Moore, uno dei consiglieri economici più importanti di Trump, disse: “Faremo un piano per una crescita esplosiva”.

Anche se Trump rimane imprevedibile e spesso si contraddice sulle questioni di politica estera, queste sono quelle che, per lui e i suoi collaboratori, saranno le priorità, nel caso dovesse venir eletto a Novembre:

 

Tasse

Trump è in procinto di rilasciare il suo piano aggiornato sulle tasse, che è stato preparato dai suoi collaboratori, inclusi Moore ed il commentatore della CNBC Larry Kudlow, dopo diverse settimane di lavoro.

Moore disse a “The Hill” che “sarà simile al piano originale, solamente più ricco”. “Pensiamo di aver trovato come minimizzare il suo costo.”

Moore e Kudlow sono stati fissati sul ridurre gli effetti sul deficit del piano sulle tasse. L’indipendente “Tax Foundation” stimò che la versione originale del piano, che avrebbe tagliato le tasse sulle corporazioni e sui redditi, “avrebbe ridotto i proventi delle tasse di 10.14 trilioni di dollari nel prossimo decennio, tendendo conto della crescita economica proveniente dall’aumento di manodopera e capitale.”

Moore disse che la nuova versione avrebbe ridotto sensibilmente questo impatto sul deficit, e sostiene che la crescita economica “esplosiva” si origina proprio dai grandi tagli alle tasse che, combinati con tagli alle spese, creano un budget bilanciato.

Inoltre disse “Faremo pagare la NATO di più agli europei; ci libereremo dell’ObamaCare, il che è un gran risparmio; abbiamo un piano, chiamato Penny, con il quale obblighiamo le agenzie a tagliare un penny ogni anno dai loro budget.”

Il piano Penny è una idea per la quale l’amministrazione dovrebbe dire alle agenzie governative, “Il prossimo anno, invece di spendere un dollaro, spenderete 99 centesimi… Continuerete a fare questo per quattro o cinque anni e otterrete trilioni di dollari di risparmi.”

Moore aggiunse anche che nei suoi incontri con Trump il miliardario fu: “estremamente ossessionato dal dare alla classe media e ai lavoratori americani, non solo più posti di lavoro, ma anche di renderli meglio pagati,” e, infatti, ha diretto la sua squadra principalmente verso questo obbiettivo.

 

Tagli alle spese

Durante la campagna per le primarie, Trump disse che, alla ricerca di risparmi sul budget, avrebbe potuto eliminare agenzie federali, tra le quali, possibilmente, anche l’agenzia per la protezione dell’ambiente e il dipartimento dell’istruzione.

Questo tipo di promesse sono state all’ordine del giorno durante la movimentata campagna dei repubblicani, e una fonte vicina agli affari interni della campagna di Trump ha detto a “The Hill” che il loro candidato, se eletto presidente, non avrebbe fatto niente di tanto radicale come eliminare intere agenzie.

“Non penso che sia possibile o sensato”, ha aggiunto la fonte “ è semplicemente irreale.”

Il miliardario semplicemente cercherebbe di tagliare le spese di queste agenzie, sopratutto in quelle dove è più semplice farlo, la EPA e il dipartimento dell’istruzione.  

“Parte della sua agenda è focalizzata sul fare molto con poco… Non necessariamente sulla spesa per la difesa, ma anche chiedendo ad alcune di quelle boriose amministrazioni di tenere a freno le spese.”

 

Immigrazione e sicurezza nazionale

Il muro è diventato sinonimo dell’eventuale presidenza di Trump, perciò si può affermare facilmente che costruirlo, lungo il confine messicano, sarebbe una delle prime mosse della sua amministrazione.

Una fonte importante della campagna di Trump disse “Una cosa che è sempre saltata fuori parlando con lui… è costruire quel muro,” “Prende la cosa in modo estremamente serio,” “Accadrà qualcosa in quei primi cento giorni.”

Ma c’è ancora grande confusione su come sarà questo muro.

Il magnate immobiliare si è ampiamente soffermato sui dettagli di questo suo progetto, facendo sapere, ad agosto, che verrà costruito con calcestruzzo prefabbricato. Ma due suoi surrogati, l’ex governatore del Texas Rick Perry e il repubblicano Chris Collins, dissero ai giornalisti che il muro sarebbe stato più “virtuale” che tangibile.   

Un altro potenziale ostacolo è chi pagherà per la sua costruzione. Trump dice il Messico, e la sua campagna ha pubblicato un documento che spiegava come una sua eventuale amministrazione avrebbe usato norme per impedire rimesse da parte di immigrati illegali, parte importante dell’economia messicana.

Ma pochi repubblicani a Washington ritengono possibile che il Messico paghi per il muro, e ancora meno ritengono che le corporazioni affiliate al partito siano entusiaste di iniziare una guerra commerciale con i vicini del sud.

Una volta negoziati i piani per la costruzione del muro, Trump probabilmente inizierebbe ad dedicarsi dell’immigrazione. Questo vuol dire che gli ordini esecutivi del presidente Obama svanirebbero, con grande gioia dei repubblicani.

L’idea iniziale di bandire tutti i mussulmani dall’entrare nel paese, una delle sue idee più controverse, recentemente è stata cambiata in un divieto per persone provenienti da paesi con “storie di terrorismo.” Il suo esecutivo dovrebbe quindi determinare una lista di nazioni con questa qualifica. Per ora il Dipartimento di Stato ha solo tre nomi, Iran, Sudan e Siria nella lista di paesi che promuovono il terrorismo. Probabilmente amplierebbe la lista aggiungendo altri paesi del Medio Oriente.

 

Commercio

Nel caso in cui Trump dovesse arrivare alla Casa Bianca, lo farebbe in buona parte grazie alle sue ardite dichiarazioni sul commercio, che hanno irritato l’establishment repubblicano.

Ciò contro cui maggiormente si è scagliato è stata la Trans-Pacific Partnership, un accordo che ha descritto come “il colpo mortale alla manifattura americana.” Se eletto, quasi sicuramente allontanerebbe gli Stati Uniti dall’accordo in direzione del quale sta lavorando Obama. Ha anche proposto una revoca del North American Free Trade Agreement, presente nella politica statunitense sin dal 1994.

La sua posizione severa verso il commercio probabilmente porterebbe gli Stati Uniti a dare una stretta a potenziali violazioni, specialmente in Cina, e contemporaneamente ad imporre tariffe doganali più alte su una varietà di beni d’importazione.

Molte di queste politiche preoccupano gran parte dell’establishment repubblicano della Camera del Commercio, che ha passato decenni a promuovere il libero scambio e ora si preoccupa che Trump voglia inaugurare conflitti commerciali con i più importanti partner degli Stati Uniti.

 

Energia

La lista delle priorità della campagna di Trump, per i primi cento giorni, include la rimozione delle restrizioni sulla produzione di energia, questione all’ordine del giorno per i conservatori che vogliono togliere i freni all’impresa privata.

Trump ha delineato la sua lista dei desideri, relativa all’energia, a Maggio, durante un discorso tenuto nel South Dakota, promettendo che nei suoi primi cento giorni da presidente avrebbe difeso l’oleodotto Keystone XL, ridotto fortemente permessi esecutivi e regolamentazioni, permesso la produzione di energia su suoli federali, fatto a pezzi l’accordo sul clima di Parigi e fermato il coinvolgimento degli Stati Uniti nei programmi sul riscaldamento globale delle Nazioni Unite.

Per l’establishment conservativo questa non è certo una sorpresa. La politica energetica di Trump, per quanto descritto, va perfettamente a braccetto con l’ortodossia conservativa.

 

ObamaCare

Trump ha promesso, insieme a praticamente chiunque voglia un presidente repubblicano, di revocare e rimpiazzare l’ObamaCare.

In un raduno di settembre Trump disse: “ObamaCare: lo revocheremo; lo rimpiazzeremo con qualcosa di grande.”

Trump non ha un piano approfondito per rimpiazzare il sistema sanitario ma ha fatto appello ad un piano che dia sconti sulle assicurazioni, premi deducibili dalle tasse, conti di risparmio per la salute, e sussidi federali agli stati per gestire l’assistenza sanitaria pubblica per persone a basso reddito.

(Traduzione a cura della redazione di riotta.it. Leggi l'articolo originale su thehill.com)