La nuova domanda di Judy Dempsey agli esperti di politica estera e sicurezza internazionale è: "Chi guiderà l'Occidente?"

La risposta di Gianni Riotta:

Se per definire l’occidente dobbiamo spaziare dagli Stati Uniti al Giappone, dall’Europa all’Australia, includendo una manciata di altri stati, così come stabilito con la fine della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda, allora la risposta può essere una sola: nessuno guiderà l’occidente, perché non esiste alcun occidente da guidare.

La sentenza di divorzio che già covava da anni è stata recentemente chiusa da due eventi: il voto britannico per uscire dall’Unione Europea e l’elezione del Presidente statunitense Donald Trump. Già dal 1989, quando l’orso russo venne addomesticato, Stati Uniti ed Europa si sono posti su binari diversi. Il Primo Ministro britannico Tony Blair appoggiò la decisione del Presidente statunitense George W. Bush di entrare in guerra in Iraq, e la sua reputazione venne fatta a pezzi. Gli europei hanno amato tanto Obama perché hanno odiato Bush, ma in realtà non c’è stata nessuna iniziativa politica comune.

Parlare di occidente sembra obsoleto, esattamente come la NATO per Donald Trump, screditata e considerata alla stregua di un avido fantasma coloniale bandito dai salotti intellettuali. Sia il Presidente francese Emmanuel Macron che la Cancelliera tedesca Angela Merkel sono politici saggi, ma rimane piuttosto difficile immaginarli come delle reincarnazioni di Federico II di Prussia o di Napoleone, al comando del mondo. Il Presidente russo Vladimir Putin è confermato alla guida della classifica dei troll di maggior successo, anche se il vero potere sta in Cina, nel Presidente Xi Jinping.

L’occidente ancora può essere utilizzato per descrivere diverse cose, a parte armi e potere: democrazia, tolleranza, diritti, progresso, sviluppo - anche se questi valori sembrano fuori moda nel ventunesimo secolo.

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