La nuova domanda rivolta da Judy Dempsey agli esperti di politica estera e sicurezza internazionale è: la Turchia sta sfidando la libertà di parola europea?

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La risposta di Gianni Riotta:

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ce la sta mettendo tutta per dar ragione ad Oriana Fallaci. La mia formidabile amica e collega al Corriere della Sera ha incentrato il suo libro del 2011 “La rabbia e l’orgoglio” contro l’immigrazione e l’Islam, considerati due nemici gemelli della civilizzazione occidentale. Erdogan sta giocherellando pericolosamente con la sua propaganda unicamente per vincere al referendum costituzionale del sedici Aprile, incurante delle avvisaglie di odio, razzismo e intolleranza che fa emergere. Per come la vede, Germania e Olanda sono nazioni fasciste, e non c’è libertà di parola in Europa. Il tutto da parte di un tiranno pronto a far incarcerare qualsiasi voce fuori dal coro.  

Che si può fare per addomesticare gli eccessi di un membro della NATO e di un argine contro il terrorismo islamico? L’europa deve percorrere un sentiero alquanto impervio. Come quando tratta con il Presidente russo Vladimir Putin, l’Unione Europea deve continuare a dialogare con la Turchia su tutti i livelli, mantenendosi inflessibile sui principi fondamentali, libertà di parola, tolleranza e diritti. Facile da dire, meno da realizzare.

E comunque la Fallaci si sbagliava. L’immigrazione è il cavallo di Troia dell’occidente contro l’intolleranza islamica, non il contrario. Gli europei sarebbero stupidi se rinunciassero all’arma più discreta che hanno in questa guerra: la loro cultura libera.