Riguardando questi primi match possiamo arrivare alla conclusione che questo mondiale (più di altri) ha portato con sé numerose delusioni e altrettante sorprese. E il loro evolversi, nelle prime tre partite per ogni squadra, ha portato a situazioni di fatto imprevedibili. Per dirla con altre parole, ad aver immaginato in precedenza la Spagna e il Portogallo fuori e altre come l’Algeria e la Costa Rica dentro, avremmo fatto fatica a crederci. 

La Costa Rica, appunto. Ha dimostrato di essere una squadra equilibrata e decisa. Nel girone con Inghilterra, Italia e Uruguay sembrava, inizialmente, la meno favorita, ma si è classificata agli ottavi in prima posizione, con 7 punti. Staremo a vedere, nella sfida contro la Grecia, quanto effettivamente dipenda dal fattore “girone fortunato” (ahimè per noi) e quanto, invece, la coesione tattica della squadra sia un valore in evoluzione.

Altre buone sorprese arrivano da Olanda e Algeria. Gli Oranje, con 10 gol segnati, a questo momento detengono il record di reti segnate. La preparazione di van Gaal è senza dubbio il riflesso della fame di vittoria di questa squadra, battuta alla finale dei mondiali scorsi (1-0) dalla Spagna. La rivincita sulla squadra di Del Bosque, decretata da un 5-1 a favore dell’Olanda ha sicuramente rinvigorito gli animi fiamminghi. L’Algeria, per conto suo, sale per la prima volta della sua storia sul carro dei qualificati agli ottavi di finale (e, per la prima volta, segna in tutte le partite della fase a gironi). La determinazione è dalla loro, e il match contro la Corea del Sud (terminato 4-2 a favore dei nordafricani) lo dimostra. 

Ma non solo: anche Grecia e Francia hanno portato a casa buoni risultati. Per la squadra ellenica è la prima qualifica agli ottavi e Santos sembra deciso nel portare la propria squadra in posizioni mai esplorate, ma - almeno per quanto è possibile affermare oggi - possibili. Anche la Francia di Deschamps, impreziosita dalla presenza di Benzema, non sembrava tra le favorite. Anzi, la delusione francese sembrava alle porte ma, nonostante quanto si pensasse, ha dimostrato unità di gioco ed è partita con il piede giusto.

Altrettanto grandi sono state però le delusioni di alcune nazionali che sono già ritornate in patria, con l’amaro in bocca. Oltre alla nostra Nazionale, anche la Spagna, il Portogallo e la Russia. La squadra di Paulo Bento - ad esempio - sembra aver fatto troppo affidamento sulla propria punta di diamante (sì, stiamo parlando di Cristiano Ronaldo) e, forse, ha lavorato meno sul lavoro di squadra, pressoché inesistente e troppe volte non incisivo. La stessa critica si può indirizzare alla Spagna che, come ha scritto lo stesso Andrés Iniesta sul proprio profilo Twitter, è tornata a casa tan pronto, così presto. La Russia, infine, al di là delle critiche di Capello all’arbitraggio, dovrebbe capire cosa non è andato: questa mancata qualificazione agli ottavi non mette in una buona posizione il Paese che ospiterà i prossimi mondiali. 

Infine, rimandate Brasile e Argentina. Entrambe queste squadre hanno dimostrato una grande forza (e soprattutto un enorme potenziale) ma il loro fare affidamento a fenomeni come Neymar e Messi sta oscurando l’importanza del lavoro di squadra e dello schema tattico. La forza di queste punte di diamante, quindi, può rivelarsi un limite. Ora, i riflettori sono tutti puntati sul Brasile che ha dimostrato in parte quello che vale, anche se non ha ancora completamente convinto chi ha seguito questi primi match mondiali. 

Date queste condizioni di partenza sarebbe opportuno chiedersi: il calcio internazionale sta cambiando? Sembra di fatti che questa prima fase dei mondiali abbia riscritto la geografia del calcio. I fatti che hanno portato a queste grandi sorprese (e delusioni) sono stati il frutto di un lavoro maggiore delle squadre “più piccole” o di un passo indietro delle altre, così abituate a grandi partecipazioni e meno affamate di vittoria?