E adesso povero tifoso? Uscita tra risse di spogliatoio, accuse reciproche e morsi del Vampiro Suarez l’Italia, chi tiferemo nel Mondiale che, inesorabile, va avanti senza di noi? «La Stampa» lo chiede al web e la risposta dominante premia l’Olanda di Robben con il 40% dei voti, seguita dal 10% di Argentina e dal 9% di Cile e Germania. Fanalino di coda, un pugno di irriducibili sosterrà con il 2% l’Uruguay Celeste. 

 Il tifo incrociato è fenomeno del nostro tempo globale, negli Stati Uniti che ieri hanno perduto con la Germania, passando però il turno, 5 giocatori sono nati in Europa, 4 giusto in Germania, figli di militari in servizio Nato. Il coach tedesco Klinsmann medita se prendere il passaporto Usa e ieri ha cantato l’inno americano, malgrado gli anni passati da centravanti con la maglia nazionale tedesca, stranezze del tifo caleidoscopico. 

 I tedeschi-americani sono, al censimento, ancora oggi la più grande comunità Usa, più di britannici o irlandesi: ieri, nei sobborghi di Cincinnati, non pochi erano divisi davanti alla tv. Il tifoso della strada, orfano dei litiganti Buffon e Balotelli, può scegliere secondo il codice tribale delle squadre, lo juventino diffiderà dell’Olanda con il folletto Sneijder, ex interista che ha eliminato i bianconeri con il gol in Turchia dalla Champions, e potrà sentire simpatia per il Cile di Vidal o la Francia di Pogba, i migliori centrocampisti del momento secondo l’asso argentino Veron; a Firenze la vivace Colombia di Cuadrado può ricevere applausi; la Milano interista, magari, apprezza Ricky Alvarez in campo per Messi, si parva licet componere magnis. 

 Il tribalismo sportivo non è la sola componente nelle migrazioni ultras. Il 40% all’Olanda nasconde la scelta di chi apprezza il gioco totale degli arancioni, storcendo il naso alla sparagnina Germania o all’individualista Brasile. Gli ultimi contropiedisti, sparuta pattuglia un tempo in maggioranza nella critica italiana con Gianni Brera, si appassionano al catenaccio di Uruguay e Grecia, gli offensivisti elogiano Colombia e Costa Rica. 

Presto però – come sempre quando si parla di pallone - lo sport trascende in qualcosa di più grande e gli eccessi si mescolano.  

 Nei bar della protesta, qui in Brasile, un ombrellone, un pozzetto frigo colmo di cervejas Bohemia e sedie di plasticaccia, i militanti dichiarano a inizio partita «speriamo che la Seleção perda se no governo e Fifa diranno è tutto ok», salvo poi venire sommersi dall’urlo «gooooool» dei loro compagni più di buon senso quando Neymar scarta e segna. La geopolitica pesa nel tifo d’adozione, chi detesta la Casa Bianca fischia gli Usa, i terzomondisti sperano nelle squadre africane, dimenticando che la corruzione è rampante in quelle federazioni e che anche là scarseggia la solidarietà tra i compagni di cui sente la mancanza Mario Balotelli: nel Ghana una rissa a bottigliate e cazzotti ha coinvolto, pare, Boateng e Muntari. L’Iran è stato sostenuto da chi apprezza il riformismo del presidente Rohuani, gran tifoso della squadra, non amata dagli ayatollah conservatori. 

E la vostra squadra dopo l’Italia quale sarà? Il Brasile del jogo bonito, o terrete per i più deboli, già domani con il Cile? Negli Usa la blogger di destra Ann Coulter ha pubblicato un demenziale articolo spiegando come i «veri americani» non seguano il calcio «se hanno i nonni nati qui» e che il «soccer» scalda solo immigranti che rovinano «la fibra morale del Paese», perché amano un gioco di squadra privo di assi, dove conta il team non gli individui. Scemenze di chi neanche sa chi sia Messi, ma in realtà la xenofoba Coulter, nel considerare il calcio linguaggio globale, capace di superare le barriere nazionali, coglie, malgrado le sue acide intenzioni, una verità. Il calcio è lo sport del XXI secolo.  

 Mancano all’appello i due paesi più popolosi, Cina e India, insieme una sola partecipazione al Mondiale, ma l’India del cricket dibatte addirittura, «perché non brilliamo nel football? Cosa dice questo del nostro paese?». 

Dice solo che ci vorrà tempo, poi vedremo cinesi e indiani, magari con un coach italiano in panchina, al Mondiale e gli appassionati di Tao e Mahabharata le sceglieranno come seconda squadra.