È l’ora di un Papa Straniero? La Chiesa Cattolica, istituzione che funziona da due millenni, ha eletto tre Papi non italiani di seguito, Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio, interrompendo nel 1978 la «serie positiva azzurra» che durava da Adriano VI, olandese, Papa nel 1522, quasi 5 secoli. Vedremo ora un allenatore straniero in nazionale, 48 anni dopo l’estroso Helenio Herrera che tra 1966 e 1967 condivise la panchina con Ferruccio Valcareggi, poi campione d’Europa 1968 e secondo ai Mondiali 1970?  

 Prima che i lettori corrano ai social media per imprecare, ricordiamo che il record degli allenatori forestieri con le nazionali non è brillante. Si parla di «Maledizione dello Straniero» perché, dal 1930 con l’Uruguay campione, allenato da Alberto Horatio Suppici, uruguagio di Colonia del Sacramento, fino alla Spagna 2012, con in panca il marchese Vicente Del Bosque Gonzalez, nato a Salamanca, nessun team diretto da uno straniero ha vinto. In Brasile la Russia di Capello, pagato 10 milioni di euro, ha fallito e il mister è stato convocato in Parlamento per chiarimenti, tosta traduzione simultanea cirillico-friulano. Il Giappone di Zaccheroni, campione d’Asia, ha giocato male, il Camerun del tedesco Finke s’è arreso subito, come la Croazia del tedesco Kovach, l’Ecuador del colombiano Rueda e l’Honduras del connazionale Suarez. Italiani, spagnoli e inglesi devono ringraziare il greco Postecoglou – un milione di euro l’anno - perché senza la sua Australia sarebbero loro i peggiori del Mondiale.  

 Qui gli Avvocati del Coach Straniero iniziano l’arringa, perché, dopo l’argento Europeo, gli Azzurri 2010-2014 si confermano fanalino di coda, con Lippi e Prandelli (1,6 milioni di euro) e la celebrata scuola dei nostri mister, Trapattoni incluso, e bocciata da questo Mondiale. Le due sorprese dei quarti hanno un Papa Straniero in panchina, la Colombia l’argentino Pekerman, (1,1 milioni di euro), la Costa Rica il colombiano Jorge Luis Pinto (300.000 euro). I team che han strappato applausi per gioco, tattica e cuore hanno un non cittadino come mister: la Svizzera del tedesco Hitzfeld (3 milioni), gli Usa «tedeschi» di Klinsmann (due milioni), il Cile «argentino» di Sampaoli (1,3 milioni), il bosniaco dell’Algeria Halilhodzic (700.000 euro), il portoghese Santos per la Grecia (700.000 euro). 

 Orfana di Mondiali l’estate azzurra si riduce al toto-Mister, Cabrini allenerebbe «anche gratis», come almeno 30 milioni di noi, Zaccheroni si schermisce, Tardelli, Gentile e Di Biagio sperano, Mancini, Allegri, Prandelli, senza un club, ci pensano. Che vantaggio avrebbe un mister straniero? Può non costar troppo, il formidabile Jurgen Klopp del Borussia Dortmund guadagna poco più di Prandelli, non teme le camarille Vecchi-Giovani, allena lo spogliatoio e non i cronisti amici, è sì un mercenario ma almeno non finge di non esserlo, e sa che per avere il prossimo ingaggio «deve» far bene, come Milutinovic, il solo a portare la Cina al Mondiale. Le beghe politiche del nostro calcio lo influenzeranno poco, emigrerà ancora come Mourinho cui non bastò il triplete per esser premiato dai colleghi italiani che gli preferirono Gasperini... 

 Qualunque cordata prevalga in Figc e Lega, il Mister Straniero sa di esser legato a tempo, non teme di farsi qualche nemico. Non è stato forse giusto tentare di dir sì a tutti il guaio di Prandelli, e non hanno costretto alle dimissioni due buoni coach, Zoff e Donadoni, i veleni del calcio? Spesso dimentichiamo che quando il nostro calcio si appisola le scosse arrivano dall’estero, Herrera col contropiede, Liedholm con la zona: ricordate come la critica italiana definiva il calcio olandese? “«Zonagri», asini selvatici in campo. E lo stesso Sacchi non fu sempre considerato uno «straniero romagnolo», abile a vincere nel mondo ma con un solo scudetto in casa? Quando la storica scuola italiana sa aprirsi al mondo arrivano invece le vittorie, vedi Bearzot offensivista mai compreso e Lippi con la sua Difesa 2.0. Sarebbe futurologia un ct straniero? No, ritorno al passato, perché nel 1912 l’inglese Harry Goodley fece parte della Commissione che allenava la nazionale bambina, come lo svizzero Hugo Rietmann (fondatore di Milan e Inter) nel 1914. E forse già lo spettro del Mister Straniero basterà a scongiurare le solite figure mediocri. Che ne dite?