"Caro Riotta, leggo che la Ue accusa Google di monopolizzare il mercato informatico e, perciò, alla società sarà comminata una multa pari al 10% del ricavato. Quale fruitrice di Google trovo molto comodo ricercare le informazioni solo qui. Con più società, non vorrei che la qualità delle informazioni peggiorasse, nel senso che di alcune si potrebbero avere doppioni, di altre nulla.  

Non credo che il monopolio sia da condannare in assoluto: forse basterebbe fissare alcune regole, o migliorarle. Comunque sia. Come non supporre che una società con un tale fatturato faccia gola e si cerchi di ostacolarla? È un caso che i vari Facebook, Twitter e contenitori di chiacchierume inutile vario – così amati dai politici – non siano mai toccati? Dubito che senza questi canali informatici tanti politici avrebbero raggiunto tali percentuali di voti..."

Maria Luisa Mazzocchi , San Marino  

Gentile Signora, la querelle tra Europa e Google ha due dimensioni, entrambe importanti. La prima è il caso specifico, se Google violi o no le regole antitrust e si sia macchiata di pressioni indebite sul mercato. Si era vicinissimi all’intesa, conferma il «Financial Times», senza multe né processo, quindi le imputazioni non sembrano così rilevanti: a costringere la Commissione ad agire sono state però le pressioni politiche di Berlino e Parigi, irriducibili a ogni accordo.  

E qui scatta la seconda, e ben più rilevante, questione, ben riassunta dal blogger Andrea Stroppa per l’«Huffington Post» americano (http://goo.gl/ubh3wg). Più europei, in media, usano Google rispetto agli americani innervosendo politici, burocrati, media e Telecom tradizionali dell’Unione.  

Ci sono, indubbiamente, temi da risolvere contro i rischi dei monopoli (deleteri) e la presenza fiscale di Google, da regolare nel XXI secolo. Ma l’Europa investe Google per difendere, con manovra protezionistica, un mercato obsoleto nelle idee, nella distribuzione, nella produzione, nei contenuti. L’Europa grava i libri elettronici di tasse, inventa balzelli «web-tax», vede nella rete non cultura e comunità ma solo un ring di bulli da riempire di poliziotti etici, perché ha paura, paura del futuro.  

Il ministro tedesco von Lambsdorff diceva: «Se Gates e Jobs avessero aperto i loro garage in Germania, li avremmo chiusi per violazione delle leggi anti-incendio». Abbiamo a cuore lo status quo, scappiamo dall’innovazione. Forse Google perderà, ma l’Europa ha già perso.