Promuovere la diversità etnica e di genere sul posto di lavoro, oltre ad essere una questione democratica, significa aumentare in maniera esponenziale le prestazioni di un’azienda. In America, nuovi studi dimostrano che un gruppo eterogeneo produce maggiori successi nel raggiungemento degli obiettivi, rispetto ad un gruppo di lavoro omogeneo: più capacità nel problem solving, più inventiva nel proporre nuove idee,  più attenzione all'elaborazione delle informazioni. L’eterogeneità stimola la discussione e l’allenamento intellettuale con un processo d’apprendimento più funzionale che genera soluzioni innnovative.

A capire l’importanza della "diversità aziendale" è Twitter: sono online, dopo quattro anni di raccolta, i dati sulla diversità della community dei suoi dipendenti.

I dati presentano evidenti squilibri della diversità: il 59% dei dipendenti di Twitter sono prevalentemente bianchi e il 70% di sesso maschile, solo il 2% della rete di microblogging è composto da lavoratori afro-americani e la seconda più grande etnia, come in Google, è asiatica.

Il divario diventa ancora più evidente se si osservano le differenti competenze:

Gli esperti tecnologici di Twitter sono per il 90%  uomini. Per i lavori non tecnici invece la divisione tra i generi è paritaria (50-50), ma quasi l'80% di coloro che occupano posizioni di leadership sono uomini e il 72% sono bianchi.

Sono dati importanti per l’azienda che ha dichiarato in un post sul suo blog ufficiale di aver iniziato a lavorare attivamente (anche grazie all’aiuto di associazioni ristrette di gruppi d'interesse) per poter ricostruire il suo “team” nel rispetto della diversità e della rappresentanza paritaria di cultura e genere.

Sono dati dai quali partire e sui quali lavorare in modo che la società e i suoi dipendenti possano allinearsi orgogliosamente con l’eterogeneità del "cinguettio" dei propri utenti.