Viviana Mazza, giornalista del Corriere della Sera, ci spiega in un'intervista chi è Malala, la ragazzina pakistana vincitrice del premio Nobel per la Pace. 

Spieghi chi è Malala e perché ha vinto il premio Nobel a chi ancora non la conosce.

Malala è una ragazza di diciassette anni. Ha vinto il Nobel per la Pace a distanza di qualche anno dalla fama che l’ha raggiunta. Nell’ottobre del 2012 è stata vittima di un attentato da parte dei talebani. Le hanno sparato perché li aveva apertamente accusati sul suo blog. Non capiva perché non poteva andare a scuola, non capiva il perché di queste discriminazioni riguardanti l’istruzione femminile. Sembrava non ci fossero possibilità di salvarsi per lei dopo l’attentato, ma iè stata trasportata in Inghilterra dove è stata curata e - miracolosamente - si è ripresa. Ha ricominciato ad andare a scuola (a Birmingham) e continua la sua battaglia. 

Che valore ha il premio Nobel a Malala?

Malala ha solo diciassette anni, è la prima volta che viene assegnato un premio Nobel a una ragazza della sua età. L’impressione, molte volte, è che solo gli adulti possono essere coraggiosi. Questo premio dimostra l’opposto. E premia una presa di posizione forte e coraggiosa.

Perché ha deciso di scrivere "Storia di Malala" per Mondadori? Che esperienza è stata scriverlo?

Avevo scritto la sua storia sul Corriere della Sera per cui lavoro. E il mio interesse è nato da qui. Poi l’ho intervistata a casa sua in Inghilterra. L’idea del libro è stata di una ragazza della Mondadori che mi ha chiesto di raccontare la sua storia in un libro per ragazzi (cosa che non avevo mai fatto occupandomi di Esteri). Ho visto che tantissimi bambini scrivevano a Malala, che la sua storia era molto importante per tanti. E ho percepito che insegnanti e genitori stavano già raccontando la sua storia ai ragazzini, presentandola come un esempio. Ho così capito che è più importante raccontare la sua storia ai giovani piuttosto che agli adulti.

Se si parla di Malala non si può dimenticare il suo discorso all’Onu del luglio 2013. Perché è stato così importante?

In quel discorso, pronunciato da Malala nel giorno del suo sedicesimo compleanno, ha dimostrato a tutti una maturità eccezionale, pochi adulti riuscirebbero a fare un discorso del genere. Quando l’ho incontrata le ho chiesto se il discorso che aveva pronunciato era stato scritto da lei, si è quasi arrabbiata perché avevo messo in dubbio la sua capacità di scriverlo. È stato senza dubbio un discorso con un impatto enorme.

 Ha vinto anche l’attivista indiano Kailash Satyarthi, affiancato a Malala nel conferimento del Premio. Perché?

Sono stati scelti un uomo e una donna. Un indù e una musulmana. Un indiano e una pachistana. Sappiamo bene che i rapporti tra India a Pachistan sono difficilissimi, in queste ore si sta sparando alla frontiera con morti e profughi. Una scelta molto ponderata e dunque simbolica, anche tenendo conto della differenza di età dei due vincitori.