Nei Cinegiornali in bianco e nero degli anni del boom in Italia, vi sorprende sempre quanto la gente sorrida. Erano anni duri, la guerra appena alle spalle, lavoro precario, molta ingiustizia, però quegli uomini e quelle donne hanno entusiasmo e grinta. Sentimenti che sembrano scomparsi oggi, in un paese dove indifferenza, cinismo, senso di sconfitta gravano su opinione pubblica e classe dirigente. Riccardo Luna, giornalista, attivista digitale, a lungo direttore della rivista Wired, contraddice nel suo saggio Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori questo umore e, con la forza degli americani che credono nel potere di innovazione del web, Weinberger, Sreenivasan, propone alla malinconica Italia 2013 il motto pragmatico «fatto è meglio che perfetto».  

Luna elenca le start up italiane che ce l’hanno fatta, JobRapido, motore di ricerca sull’occupazione nato nella cucina pugliese di Vito Lomele, la piattaforma di logistica Viamente di Antonio Perini, Ecce Customer di Cosimo Palmisano, Redmatica concepita nell’Emilia del terremoto. Usando la filosofia di «Cambiamo tutto!», progettare senza sponsor e raccomandazioni, partono a Ferrara TryeCo, start up di stampanti 3D, e a Palermo, sul lungomare di Mondello, Mosaicoon di Ugo Parodi Giusino, specializzata nel diffondere video che altrimenti nessuno vedrebbe. Colossi come Apple, Facebook, Google, spesso rilevano queste aziende di laboratorio italiane che le nostre banche e imprenditori non sanno sostenere. 

 «Innovazione» non è fiocco digitale da appuntare sul vestito vecchio della produzione, è il nostro modo di essere nel presente: commenta l’amministratore delegato di Apple Tim Cook «Se una azienda ha un dipartimento per l’innovazione, è la dimostrazione che sta sbagliando qualcosa». Non equivocate: «innovare» non serve solo ai giganti del web o alle aziende multinazionali per un miglior bilancio, è la strada con cui i volontari delle Ong, il non profit, aiutano il mondo a soffrire meno. Sono i progetti per migliorare i consumi, dove la povertà morde, «Il frigorifero senza elettricità. Il desalinizzatore a energia solare. La casa che produce energia invece di consumarla. Il sito per tenere traccia delle storie dai conflitti dimenticati. Sono tutti progetti Made in Italy. Grandi o piccoli…provano a cambiare il “mondo” per farne un posto migliore». 

 Per Riccardo Luna non si tratta solo di tecnologia, come il torchio a stampa di Gutenberg non era solo una macchina: si tratta di cambiare il nostro modo di essere. Ma quando ha proposto il Premio Nobel per la Pace a Internet s’è visto piovere addosso critiche, per esempio dallo studioso Evgenij Morozov persuaso che il web non sia «in sé» positivo e che al suo interno germinano virus fatali.  

 Si chiedono allora nel loro ottimo saggio Web Nero, Organizzazioni di estrema destra e internet le studiose Manuela Caiani e Linda Parenti: «Internet è considerato un importante strumento per la diffusione del pensiero universale, dei principi democratici e dell’uguaglianza fra i cittadini... ma cosa sappiamo del suo lato oscuro? Come e quanto le organizzazioni estremiste di destra in tutto il mondo utilizzano internet come strumento di comunicazione e di reclutamento? Come le organizzazioni di destra utilizzano internet per costruire la propria agenda, dar vita a contatti con altri gruppi estremisti in altri paesi e in generale diffondere la propria ideologia e incoraggiare la mobilitazione?». 

A questa domanda fanno seguire un censimento impressionante di come la nuova destra in Europa, razzista, antisemita e anti emigrazione, usa con efficienza il web come già Mussolini e Hitler seppero usare la radio prima, e meglio, dei leader democratici. Analoghi esempi vengono dalla capillare propaganda che il fondamentalismo islamico genera online, dalla martellante propaganda che il populismo ottiene dal web, al centro di un importante studio europeo di Counterpoint Open Society. 

 C’è contraddizione teorica tra Luna e Caiani-Parenti? Solo per il lettore frettoloso. Perché Cambiamo tutto! nel proporre un uso virtuoso della rete non nega se ne possa fare uno perverso, e chiede alla buona moneta di scacciare la cattiva. Caiani-Parenti con il loro salutare volume vaccinano contro le residue illusioni della «rete salva tutti». Due libri da leggere questa estate per capire il nostro presente.