La nuova domanda di Judy Dempsey rivolta agli esperti di politica internazionale è: "I social media stanno rimpiazzando il giornalismo?"

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L'opinione di Gianni Riotta:

I social media sono il nuovo giornalismo. Basta domandare ad un qualsiasi ventenne dove legge le notizie, e certamente risponderà con “Facebook”, “Google” o “Twitter”. L’idea che esistano due sfere di informazione, media vecchi e nuovi, è obsoleta. Oggigiorno il mondo offre una ecosfera di notizie caotico, affollato, rumoroso e fazioso, e nonostante ciò non era mai accaduto nella storia che fossero disponibili simili quantitativi di notizie di prim’ordine, mai così semplici da reperire e condividere.

Il rischio in tutto ciò sta nell’inquinamento delle notizie, nella diffusione di quelle false e delle menzogne di stato. Mark Zuckerberg di Facebook giura che solo l’un percento dei contenuti sulla sua piattaforma siano falsi. Potrebbe aver ragione, anche generosamente, ma non fa differenza. Se si ha una scatola con mille caramelle, di cui una sola avvelenata, il risultato non cambia. L’intera scatola verrà buttata. Sebbene l’un percento non sia tanto, se è impossibile distinguere il vero dal falso, gli utenti sono ugualmente condannati. Come dice il principio di Pseudo-Scotus: dal falso segue qualsiasi cosa. Quindi il futuro del giornalismo è nei social media, ma se un modello di business sostenibile ed uno standard coerente di chiarezza non può essere individuato, le democrazie sono a rischio.