La recente impennata di Hillary Clinton nei sondaggi è alimentata in parte da una fetta di popolazione nella quale il Presidente Obama perse ampiamente quattro anni fa, gli elettori bianchi con istruzione universitaria.

Michelle Diggles, analista politico esperto appartenente al think tank di centro-sinistra Third Way, ha detto: “In più di mezzo secolo, nessun candidato presidenziale democratico si è portato appresso elettori bianchi con istruzione universitaria” e ha descritto il divario tra i lavoratori bianchi e i bianchi laureati come “la storia meno raccontata dell’anno.”

Gli elettori bianchi laureati storicamente hanno sempre preferito candidati repubblicani.

Nonostante ciò, gli appartenenti a questo gruppo al momento preferiscono Hillary Clinton di 8.7 punti percentuali, secondo i risultati di sondaggi recenti.  

Quota dei voti nelle elezioni presidenziali:

 

Donald Trump, nomination repubblicana, confida che i lavoratori bianchi alimentino la sua vittoria. Ma la sua scalata diventa doppiamente difficile dato che si ritrova di molto dietro la Clinton nel blocco demografico che è tradizionalmente repubblicano.

Nelle scorse elezioni, Barack Obama perse i laureati bianchi per 14 punti. Ma ora, secondo quando riportato da una media dei risultati dei sondaggi di NBC/Wall Street Journal, CNN/ORC e ABC/Washington Post, la Clinton sta vincendo con lo stesso gruppo per 8.7 punti.

Bill Frey, demografo presso il Brookings Institution, ha detto: “In passato, molti laureati, persone bianche che lavoravano come manager di imprese o avevano vari tipi di lavori da classe media, votavano abitualmente repubblicano, quel gruppo ora potrebbe considerare l’alternativa del Partito Democratico.”

Nonostante NPR avesse accesso soltanto ai sondaggi fuori le urne del 1988, con l’aiuto del Pew Research Center, siamo stati capaci di identificare il divario istruzione/classe e di esplorare il dominio repubblicano attraverso il tempo.

Perché ora stiamo assistendo ad un cambiamento?

Diggles osserva: “Sembra che Donald Trump sia la sola figura polarizzante tra gli elettori bianchi. Ci sono tanti elettori che sono preoccupati che Trump sia… così fuori dalla normalità e così fuori dalla cultura politica americana da non riuscire a capirlo.”

Diggles fa notare gli stretti legami che Trump ha con il Presidente Vladimir Putin, la sua retorica “anti-democratica”, e le sue minacce rivolte alla libertà di stampa.  

Inoltre, la schietta politica sull’immigrazione del miliardario, che include deportazioni di massa e piani per costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, non sembra trovare il favore di alcuni elettori ben istruiti.

I toni e le buffonate di Trump, in particolare nella settimana seguente la Convention Nazionale Democratica, che ha visto una disputa con la famiglia di un militare americano musulmano, un riluttante endorsement del Presidente della Camera Paul Ryan, e una strana risposta sul tema delle molestie sessuali, non l’hanno di certo aiutato.  

La stratega repubblicana Lisa Camooso Miller ha detto di non essere sorpresa che gli elettori laureati sembrino inclini a votare la Clinton, visto il tono delle due convention, con quello della DNC portatore di speranza e quello della Convention Nazionale Repubblicana di paura.

“Penso che i laureati generalmente comprendano che l’America è un melting pot… e che è ciò che rende grande la nazione. Penso che più [Trump] identifichi e specificamente isoli vari segmenti della popolazione, più questo spenga l’entusiasmo della gente.”

La Camooso Miller ha anche osservato che gli elettori laureati probabilmente preferiscono la stabilità e la prevedibilità, a prescindere dalla loro concordanza con le specifiche proposte politiche.

Frey si è detto d’accordo, sostenendo che il messaggio generale che la convention repubblicana ha veicolato è che incombe un periodo “cupo e tenebroso,” mirando ad individui che stanno soffrendo nell’attuale economia; e ha detto che gli elettori laureati probabilmente vedono i propri lavori come parti di una economia globale.

Frey crede anche che per alcuni elettori laureati (che normalmente voterebbero, per motivi economici, i Repubblicani), la visione complessiva e l’identità della nazione siano diventate più decisive per i loro voti piuttosto che per la loro economia.

Diggles dice che: “[La candidatura di Trump] è diventata più che una battaglia tra partiti, una battaglia su che cosa è l’America,” spiegando perché abbiamo recentemente assistito ad un fiume di recenti defezioni di Repubblicani d’alto livello, altamente istruiti.

Questo cosa significherà a novembre?

Se i sondaggi sono accurati, l’avere un’istruzione universitaria sembra essere l’indicatore di come gli elettori bianchi voteranno il giorno delle elezioni.

Usando i dati del censimento, NPR ha classificato tutti i cinquanta stati secondo le parti di popolazione bianca (non ispanica), con 25 o più anni e una laurea triennale o superiore.

Questo fa capire quali stati faranno da ago della bilancia questo novembre e perché.

Per esempio, ci sono alcuni stati ai poli opposti per quanto riguarda l’istruzione:

  • Il Colorado ha la più alta percentuale di bianchi con istruzione universitaria a livello nazionale (43.42). E sembra sempre più democratico piuttosto che repubblicano. Recentemente sono state rimosse le pubblicità contro la campagna della Clinton dalle radio, mostrando un aumento della fiducia nello stato. E c’è una tendenza simile anche in Virginia.

  • Ma in Ohio, la popolazione bianca è tanto istruita quanto lo è in Alabama (26.46 percento). Questi livelli d’istruzione universitaria aiutano a spiegare perché uno stato come l’Ohio è probabilmente uno dei più competitivi per la Clinton. La classe lavoratrice bianca in Ohio è una forza importante. E anche se la Clinton potrebbe essere in vantaggio nei confronti di Trump tra gli elettori bianchi istruiti, lui la sta battendo ampiamente tra i lavoratori bianchi.

Nelle recenti tornate elettorali, i lavoratori bianchi hanno votato regolarmente repubblicano; Trump spera di fare meglio di quanto fecero Mitt Romney o John McCain con questo gruppo rispettivamente nel 2012 e nel 2008. E nel Buckeye State questa è una scommessa che potrebbe pagare.

 

 

Frey commenta: “Senz’altro penso che l’Ohio è lo stato dove c’è una buona possibilità che i bianchi non laureati possano dare una vittoria a Donald Trump… se aumentato la propria affluenza alle urne.” Secondo Frey molti elettori della classe lavoratrice sentono d’essere stati lasciati indietro nell’economia moderna, e perciò stanno “comprando” ogni messaggio che Trump gli vende.  

In Pennsylvania, altro critico campo di battaglia, le fasce di popolazione bianca non vanno meglio per la Clinton (29.41 percento), ma c’è una grande fetta di popolazione composta da Afroamericani o Latinos che può controbilanciare la popolazione bianca.

Un’era di “Clinton repubblicani”?  

È difficile dire se questo riallineamento degli elettori bianchi con istruzione universitaria è solo un effetto collaterale a breve termine di Trump o se rappresenta invece l’inizio di una nuova etichetta politica, i cosiddetti “Clinton repubblicani.”

Trump è certamente un “candidato del cambiamento”, come evidenziato dalla coalizione che ha costruito durante le primarie repubblicane.

Ma questo cambiamento non ha necessariamente attirato gli elettori altamente istruiti. La settimana scorsa, il più antico club universitario repubblicano della nazione, l’Harvard Republican Club, ha detto di vergognarsi di Trump e ha annunciato che non lo sosterrà, per la prima volta in 128 anni di storia del gruppo.

Ma Frey si domanda se questo allontanamento da Trump durerà a lungo.

“Penso che questa volta, chiunque voti contro Donald Trump, non sia qualcuno che necessariamente rimarrà fedele al Partito Democratico per anni e anni in futuro. Probabilmente questo è più un voto contro ciò che lui rappresenta, piuttosto che un voto contro il Partito Repubblicano.”

Per motivi di questo tipo, Camooso Miller rimane ottimista riguardo il futuro del suo partito.

Afferma: “Penso che il 2016 sia un anno esemplare, non per forza la norma. Non penso che questa tendenza continuerà.”

La stratega repubblicana fece notare ad altri leader repubblicani e al Presidente della Camera Paul Ryan, che loro potrebbero aiutare a ri-energizzare e a coinvolgere nuovamente in futuro questa parte della popolazione bianca con istruzione universitaria.

 

Gli elettori bianchi non laureati hanno preferito GOP ancora più fortemente nelle recenti elezioni.

Attualmente, gli appartenenti a questo gruppo preferiscono Donald Trump di 21.3 punti percentuali, secondo una media dei recenti sondaggi.

Quota dei voti nelle elezioni presidenziali:

 

 

I millennial sono un vantaggio per i democratici.

Comunque, la maggior parte di coloro che compongono la fetta di popolazione dei bianchi con istruzione universitaria, non sono necessariamente gli stessi di otto anni fa. La composizione è completamente cambiata.

I millennial, la più giovane generazione di elettori, è cresciuta, e ora rivaleggia contro i baby boomers come forza politica, con un numero di elettori eleggibili stimato di 69.2 milioni, secondo quanto riportato dai dati del Pew Research Center. I millenial tendono verso sinistra, sono la generazione più istruita, e sono una fascia in costante aumento del blocco dei bianchi con istruzione universitaria.

In più, Diggles ripete che in tutti i gruppi su cui si è focalizzata, continua a vedere differenze tra uomini bianchi più anziani e più giovani, a prescindere dal loro livello d’istruzione.

I sondaggi mostrano che i millenial bianchi sono scettici su una eventuale presidenza di Trump. Perciò, man mano che questi elettori invecchieranno, a meno che non cambino drasticamente le loro tendenze politiche, il Partito Democratico potrebbe ritrovarsi in vantaggio nelle prossime elezioni.

La spaccatura tra istruzione e razza spiega perché Trump stia spendendo così tanto tempo e impegno in Pennsylvania e in Ohio, Rust Belt states dove la popolazione bianca è meno istruita della media nazionale. Perché mentre la Clinton potrebbe avere un margine di vantaggio ad una cifra con gli elettori istruiti, Trump lo ha a due cifre tra i bianchi della classe lavoratrice. E in questi stati, la nomination repubblicana ha più spazio per crescere perché è presente un maggiore insieme di elettori che potenzialmente può galvanizzare.

Come ha riportato NPR precedentemente, gli elettori bianchi senza laurea, specialmente gli uomini, costituiscono uno dei più grandi blocchi repubblicani, i cosiddetti “democratici di Reagan”.

Dice Diggles: “Pensano che Donald Trump non abbia paura di dire ciò che gli passa per la testa, con un linguaggio che rappresenta la sua e la loro rabbia.” La ricercatrice segnala anche che nei gruppi di discussione sente spesso  alcuni uomini bianchi nostalgici dire che sono frustrati perché le loro fortune economiche non sono tanto buone quanto lo erano quelle dei loro padri o nonni.

Obama perse i lavoratori per 25 punti, secondo quanto riportato dai sondaggi fuori le urne del 2012. Ma ciò non bastò a far deragliare la sua rielezione.

Per vincere quest’anno, Trump avrà bisogno di ottenere un margine sui lavoratori bianchi anche maggiore. I sondaggi mostrano che al momento sta facendo bene tanto quanto fece Romney, ma l’intoppo per lui è che gli elettori bianchi della classe lavoratrice sono una fetta in calo dell’elettorato.

(Traduzione a cura della redazione di riotta.it. Leggi l'articolo originale su npr.org)