Sarebbe ingenuo rappresentare lo scontro – drammatico – in Turchia tra il governo islamista di Erdogan e la comunità «Cemaat» del predicatore Fethullah Gulen come battaglia tra Stato repressivo e un movimento liberale, pugno duro contro la libertà di stampa. I 27 arresti di ieri, tra cui Ekrem Dumanli, popolare direttore del più diffuso quotidiano, «Zaman», legato a Gulen, sono l’ultima fase della guerra che da tempo oppone Erdogan alla potente organizzazione «Cemaat», con Gulen costretto ...

Continua a leggere sul sito de La Stampa