La prima notizia sulle dimissioni del Papa è trapelata via sms, poi subito l’annuncio di Benedetto XVI, la conferenza stampa di padre Lombardi e infine il dialogo vivacissimo sui social media. Il progetto di analisi Tychobigdata, coordinato da Imt Lucca, ha monitorato per tutta la giornata l’andamento della conversazione sociale sulla storica notizia, il primo papa che lascia la cattedra di Pietro dal Medio Evo. La curva che vedete in questa pagina segue l’andamento di Twitter sulle voci indicate, nel nostro paese e, per alcuni casi, nei paesi di lingua inglese.

Il risultato è impressionante, Twitter scatta all’unisono sulla scelta radicale di Benedetto XVI, pur con mille giudizi diversi. Chi dà o condivide la notizia, chi segue la strada dell’ironia (molte foto di Berlusconi vestito da papa), chi invita al silenzio, alla preghiera, chi si interroga sul nuovo pontefice. Twitter porta perfino Celestino V, il papa dimissionario condannato da Dante per “lo gran rifiuto”, tra i Trend, le voci più discusse negli hashtags, le parole d’ordine del dibattito. La decisione di papa Ratzinger di non anticipare in alcun modo il suo addio –dopo tanti Vatileaks e gossip nessuno ha parlato neppure di “voci” in questi giorni- nasconde il monito del teologo riservato a chi troppo ha intrigato sulla Santa Sede. La rete coglie il segnale. Cattolici e no, antipapisti e fedeli, salgono insieme la ripida curva che dedica la giornata di comunicazione online al Papa. Sarà ora, dice lo storico Alberto Melloni, un Conclave lunghissimo, il Papa lascia il 28 febbraio, la campagna è già partita. Tychobigdata seguirà i papabili sulla rete, segnalandovi i picchi di attenzione intorno a loro, vengano dalla base spontaneamente o da movimenti organizzati. Il cardinale canadese Marc Ouellet, gli italiani Bertello, Betori e Scola, il messicano Ortega di Guadalajara sono i primi su cui twitter sembra accendersi. A seguire Maradiaga in Honduras, Ravasi, Schonborn, l’argentino Bergoglio. Li seguiremo da vicino. Ieri però lo schivo teologo Ratzinger ha dominato twitter: a conferma che i valori antichi sopravvivono, forti, nell’era digitale.