L’ accordo sulla nuova Via della Seta tra Italia e Cina ha allarmato gli Stati Uniti e non è garbato ad alcuni capi di Stato e di governo della Unione europea, che hanno ricordato come la Cina resti un rivale. Il più irritato è parso il presidente francese che ha rimarcato la scorrettezza di negoziare accordi bilaterali. Comprendo il disappunto del capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, credo tuttavia che il Memorandum - firmato dopo lo schietto intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, finalizzato a una corretta cooperazione, dalla salvaguardia delle alleanze internazionali del nostro Paese al rispetto dei diritti umani – possa fare dell’Italia il centro nevralgico del traffico via mare. Per sfruttare questa grande opportunità occorre smettere però di traccheggiare: la Tav e il Terzo valico sono opere strategiche indispensabili.
Piero D’Agostino

Un accordo economico con un Paese come la Cina, in teoria, non potrebbe che essere vantaggioso. Quando, però, la portata economica dei due Paesi è molto differente il filo che divide collaborazione da egemonia è sottile. Sono contratti scritti che dicono e sottintendono e quindi il contraente più preparato e astuto ha la meglio. Allettanti potrebbero essere i grossi prestiti per tamponare le spese pazze da propaganda elettorale, come cittadinanza e quota 100, visto che siamo prossimi alle Europee. Si rischia di diventare una colonia cinese, è pericoloso navigare da soli. Se poi anche l’astuto Salvini prende le distanze, significa essere nelle mani di Di Maio e Conte e questo preoccupa. Unica speranza il Presidente Mattarella che con il suo intervento ha circoscritto il raggio d’azione. 
Luigi La Carrubba

I lettori D’Agostino e La Carrubba condensano il parere di tanti sul patto Cintura-Strada (non Via della Seta, come si dice per rendere gli accordi più seducenti) tra Cina e Italia. Come fa a non negoziare con la grande potenza asiatica un Paese come il nostro, che dalla crisi 2008 non esce ancora? Giusto! Ma, qui sta il punto, perché farlo da soli, in modo velleitario, inimicandosi il presidente Trump (che il premier Conte voleva amico), il G7, l’Europa? Cintura-Strada è un, legittimo, piano egemonico di Pechino per sostituire gli Usa come Paese guida del Pacifico, del Medio Oriente e del Mediterraneo. Se l’Italia, membro della Nato, aderisce da cugino povero, non otterrà posti di lavoro e ricchezza e si isolerà, come il sinologo Francesco Sisci ha scritto con chiarezza. Si doveva trattare, certo, ma in armonia con gli alleati. Colpisce infine che, pur da posizioni opposte, i nostri lettori individuino, giustamente, nel Quirinale la sola bussola.