«Non mi importava di ammazzare qualcuno. Volevo terrorizzarli tutti»: così Chad Escobedo, che nell’aprile del 2007 voleva fare strage al liceo di Gresham, Oregon, ricorda il suo giorno da giustiziere. Escobedo aveva 15 anni e solo per miracolo lasciò in terra dieci feriti e nessun morto, ma il motto sintetizza bene la filosofia del terrorista di massa oggi. Il nuovo stragista americano bianco, nazionalista che impugna il fucile da guerra, comprato al libero mercato delle armi, è un sacerdote della paura, come Patrick Crusius, che sabato a El Paso, Texas, ha ucciso 20 persone, ferendone trenta o Santino Legan che ha fatto strage la settimana scorsa in California, al grido «Destra è Potenza, No ai meticci di Silicon Valley!». Terrorizzare ogni comunità che si raccoglie tranquilla, nei luoghi di culto, ai grandi magazzini, nelle scuole, ai festival, al cinema, durante un match sportivo o uno spettacolo, ecco il piano tragico del terrorismo suprematista, antisemita in odio al finanziere Soros, nemico delle città e della libertà di parola. Continua la lettura su La Stampa!
Così l’internazionale dei suprematisti semina il terrore tra le minoranze
Dall'archivio La Stampa
Da Christchurch fino al El Paso l’obiettivo è creare una nuova apartheid per scongiurare «il mescolarsi delle razze». Alla base degli attacchi il rifiuto di vedere gli Stati Uniti diventare sempre più multietnici e tolleranti verso le diverse culture
Riotta_
5 ago, 2019
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