Da ragazzo detestavo la Dc. Mio padre era un cattolico progressista, uno che la pensava come Moro, come papa Giovanni XXIII, era un antifascista ma aveva vissuto la stagione di Stalin durante la guerra fredda e non era tentato per questo dal Pci. Io ero un ragazzo della nuova sinistra, davo i volantini del Manifesto a scuola e leggevo il giornale con una serietà che oggi si direbbe da nerd (dove siete paginoni sull'economia dell'America Latina e dibattiti sterminati sulla trasformazione del lavoro di fabbrica?).

Ma anche allora, grazie a mio padre, mi era chiaro che la Dc non era quel partito neonazista che le Br volevano sterminare, il Pci denunciava e nella nuova sinistra era classificato come lobby corrotta e malsana. Ricordo quando Lucio Magri, tragicamente scomparso e che proprio dalle fila della Dc arrivava a sinistra, persuase esponenti di quel partito, Guido Bodrato per esempio, a partecipare a una discussione sullo Stato. Scandalo tra gli studenti, ma io imparavo.

Poi ho studiato la riforma agraria, De Gasperi, il Patto Atlantico, e ho capito quante contraddizioni la mia gioventù non vedesse: a mia discolpa devo dire di esser cresciuto in Sicilia, dove appunto la Dc in quegli anni, con Ciancimino, Lima e Gioia ti persuadeva che una copia del Manifesto in tasca fosse una grande idea.

Oggi leggo della morte di Tina Anselmi, partigiana, cattolica, maestra a scuola, parlamentare, prima donna ministro in Italia, instancabile nel bonificare la palude delle lobby intorno alla loggia P2 (lavoro rimasto incompleto, cara Senatrice). E ripenso che la sinistra allora non comprese molte cose e che quelle rigidezze si pagano ancora e che aprirsi alla realtà paga sempre e chiudersi mai.

Tina Anselmi ci appare oggi una come leader che invidiamo e sogniamo nel presente, coraggiosa, onesta, leale, interessata al bene del paese non del partito o della propria ricchezza. Mai velenosa, polemica, pronta al sacrificio come nella Resistenza, ma senza credersi depositaria della verità. Era una bella Italia, con tutti i suoi tormenti, e il candore e la forza di Tina ci mancano tanto oggi. Riposi in pace.