Quando un campione va alla sbarra, il pubblico si divide, come ancora competesse nell’arena. Chi lo applaude, spingendolo sul filo di lana del tribunale, chi lo fischia pregustando l’umiliazione del gladiatore. Così con l’asso del football O.J. Simpson, accusato di avere ucciso la moglie. E così con la stella del basket Kobe Bryant, imputato di stupro; così oggi con Oscar Pistorius, condannato per la morte della sua compagna Reeva Steenkamp, 29 anni. Chi lo giudica «vulnerabile» per la ...

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