Il problema è: chi sarà Amarildo? Amarildo Tavares da Silveira, ricordano i tifosi delle sue squadre italiane Milan, Fiorentina e Roma, è l’attaccante che nel 1962 il Brasile chiama ai Mondiali quando, alla seconda partita, il leggendario Pelé si infortuna su punizione e c’è la Coppa da vincere. Amarildo non è nessuno, due gol in rimonta contro la Spagna e uno in finale lo trasformano in eroe. 

Chi è l’Amarildo di Felipão Scolari, allenatore della Seleção, per sostituire Pelé-Neymar? I nomi sulla lista son tanti, la squadra cambierà assetto in semifinale contro una Germania efficiente e grigia come la Bundesbank, con in porta Neuer deciso a non concedere spread di gol.  

 Ma nessun «Amarildo», non il ritorno di Luiz Gustavo, non il panchinaro Bernard o l’opaco Willian, rimpiazza l’amore, l’affetto, la venerazione del «popolo» per Neymar da Silva Santos Júnior. 

È la sua maglia 10 a decorare le tribune degli stadi, è il suo autografo che le teen ager cercano, ieri fuori dall’albergo della Nazionale, oggi fuori dall’ospedale dove accorrono i dirigenti federali, i felpati inviati del preoccupato Barcellona, i familiari, l’équipe medica. Come trattare la frattura alla terza vertebra lombare per la botta di Zuniga? È stata intenzionale, scomposta, troppo violenta? Il dibattito infuria online, si chiedono squalifiche come per Suarez, e intanto si discute come ingessare, se tenere il busto per 40 giorni o se serva qualcosa di più, ogni tifoso si laurea su Wikipedia in Ortopedia: ma nessuno sa come si ingessa la delusione. 

Neymar è in Brasile un Grande Fratello Benefico, «Irmao» fratello gli twitta Paulinho, al bancomat Itaù vi sorride dallo sportello, sulla solitaria Avenida Alberto Craveiro in periferia, dai cartelloni strizza l’occhio Neymar, con i suoi occhiali da sole, jeans, memorie, interviste con la mamma, ricordi del parroco e se per distrarvi accendete la telenovela prediletta ecco la enamorada di Neymar, Bruna Marquezina, attrice sensuale se non brava, che online illustra in movenze lente la danza erotica dedicata al suo enamorado dopo ogni gol. 

Di gol Neymar non ne farà più a questo Mondiale. Senza di lui il Brasile avrebbe rischiato perfino nel girone, con Messico e col Camerun, senza Ney Mar Ney Mar come la folla lo invoca, i mediocri Fred e Hulk potevano naufragare col Cile. La sfida Messi-Neymar era la chiave emotiva del Mondiale, i due assi bravi ragazzi, compagni del Barcellona, senza eccessi, mai paparazzate alla Balotelli, mai polemiche alla Maradona, sogno delle ragazze e sogno delle mamme delle ragazze.  

 Neymar ha registrato un messaggio per i compagni di squadra: «Mi hanno tolto il sogno di disputare la finale del Mondiale, ma non è finito il sogno di essere campione del mondo», dice tra le lacrime. Guarda il video.

Le teen ager postano su Facebook faccine tristi, madri e padri vedono un brutto presagio nell’infortunio del loro asso. La hexa, sesta, Coppa che il Brasile «deve vincere, o andiamo tutti all’Inferno» come esagera il presidente della Lega Marin, comincia tra le proteste poi sedate con giubilo della presidente Rousseff, quindi passa sotto le Forche Caudine dei Rigori Cileni, salvata da traversa, palo e Julio Cesar. Ora la strada per evitare l’Inferno della sconfitta in casa, come nel maledetto 1950, si inerpica sulla cartella clinica di Neymar. 

In ritiro Scolari cerca preoccupato il suo Amarildo. Il tecnico brasiliano, al di là della spocchia arrogante con cui apostrofa arbitri e reporter, è consapevole della fragilità della squadra davanti a Germania e Argentina. Pondera sul contropiedista Bernard, con Neymar non perde solo gol ma fantasia, coraggio, carisma. Conta sul ritorno di Luiz Gustavo mentre il capitano Thiago Silva (squalificato per la semifinale) spinge per Willian con Hulk e Oscar nel solido 4-2-3-1. A centrocampo i due «volantes» Fernandinho e Paulinho potrebbero essere confermati, hanno raffreddato Cuadrado ci proveranno con Müller. Altrimenti Dante farà coppia con l’ottimo David Luiz, sperando che avanti Fred e Hulk non pasticcino. La Germania spaventa, Löw non ha mai fretta nei 90’, sa aspettare ed allora il posto del meraviglioso Neymar potrebbe andare all’umile Ramires, per coprirsi «all’italiana». 

 Nella rosa di Scolari «Amarildo» ce n’è. Nel cuore del Brasile, invece, nessuna panchina colmerà l’amore per Neymar. Ieri mattina presto, su un muro delle povere case di Avenida Craveiro, strade di polvere dove si rincorrono lucertoloni, i bambini e le bambine ne disegnavano il volto e la zazzera sull’intonaco con i gessetti, con dedicata passione come fosse un volto santo: NE-Y-MAR.