La nuova domanda di Judy Dempsey nella rubrica "Judy asks" di Carnegie Europe è "Può farcela l'accordo di Minsk?"

Qui puoi leggere l'opinione degli esperti in lingua inglese. 

La risposta di Gianni Riotta:

Solo il presidente Russo Vladimir Putin sa. L’Ucraina è il suo elastico tattico: lo può stirare, può lasciarlo allentato, lo può rompere, lo può puntare verso chi vuole, lo può usare per creare problemi. Il conflitto nell’Ucraina orientale è un termostato del suo volere politico; può renderlo più caldo, o più freddo. Per lui l’accordo di Minsk è giusto un pezzo di carta, da bruciare se necessario.

È opinione diffusa che Putin ed il Presidente statunitense Donald Trump diventeranno amici, il problema è che il primo non si fida del secondo. Sa che la sua controparte statunitense è imprevedibile, lunatica, e spaventata da ogni cosa vede sulla Tv via cavo. Putin, ex ufficiale del KGB, addestrato in disinformazione, sfrutterà la permalosità del collega. Ma la domanda è: Trump si farà piccolo piccolo, o ascolterà gli intransigenti anti-russi? Nel frattempo la Cancelliera Angela Merkel continuerà a governare la Germania, o verrà sconfitta alle parlamentari del 2017 dal pacato Partito Socialdemocratico? E per quanto riguarda la Francia? Dopo maggio chi sarà il nuovo presidente? La pro-cremlino Marine Le Pen, o il falco Emmanuel Macron?

Putin aspetterà e vedrà, agendo poi di conseguenza. Non ha alcuna strategia ma è un tattico superbo, che affronta un occidente sfornito di piani diabolici o di strategie. Sostiene che, come riferito da Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri russo alla conferenza di sicurezza di Monaco il 18 febbraio, il mondo dovrebbe scegliere un “ordine mondiale post-occidentale.” Per il Presidente l’Ucraina non è un campo di battaglia, ma un’arma che dev’essere usata ad occorrenza.