Che il calcio in Italia sia una questione di Stato nessuno lo dice ma, in fondo, sono in tanti a pensarlo. Tra aneddoti più e meno simpatici, dai saluti fascisti dei giocatori negli anni ’30 alla premiazione dei vincitori dei mondiali del 2006 al Quirinale, la politica italiana ha sempre avuto verso il calcio un occhio di riguardo.

La scena che però più di tutte rappresenta questo legame è certamente l’esultanza di Sandro Pertini alla vittoria dell’Italia ai mondiali del 1982. Il Presidente volò in Spagna per la finale, alla quale assistette insieme al Re di Spagna, nazione che ospitava l’evento, e al Cancelliere tedesco, visto che la squadra avversaria era proprio la Germania.

Pertini era stato eletto pochi giorni dopo la finale del mondiale del 1978. Nel 1982 era invece in pieno mandato presidenziale e ai mondiali di quell’anno non fu semplice rappresentante istituzionale dell’Italia alla finale. Seguiva infatti tutte le partite, perfino nel corso di viaggi presidenziali all’estero e anche a costo di rimandare impegni istituzionali. Ed è inutile dire che, come ogni buon italiano, amava improvvisarsi ct e esternare consigli su schemi e strategie per le partite.

Nello stadio di Madrid, nel corso della finale di domenica 11 luglio, le immagini dell’epoca lo mostrano nella tribuna d’onore gioire per i gol ed esultare al fischio finale come un acceso tifoso. Non c’è dubbio che in quel mondiale il presidente partigiano si ritagliò un ruolo da protagonista.

La cosa straordinaria è che, anche per coloro che non hanno vissuto quei momenti, perché piccoli o perché non ancora nati, le immagini dell’esultanza di Pertini sono familiari così come l’esclamazione “Campioni del Mondo” più volte ripetuta dal telecronista.