La prima puntata di Parallelo Italia si è svolta in collegamento da Milano, prima delle sette tappe del tour  estivo con cui il nuovo programma di Gianni Riotta racconterà il Bel Paese e le sue connessioni con la politica globale. Tanti i temi discussi nella puntata: l'Esposizione Universale, la crisi Greca e il suo impatto sull'idea di Europa unita; l'accordo di Teheran. 

Ospiti in studio Giuseppe Sala, Commissario Unico Expo, Roberto Maroni, presidente Regione Lombardia, Graziano del Rio, ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Anna Ascani, deputata Pd, Corrado Passera, presidente Italia Unica, lo chef Heinz Beck, e Silvia Merler, economista dell’Istituto Bruegel di Bruxelles.

Arricchiscono la puntata:  una video-animazione sulla conversazione social intorno al referendum greco; i collegamenti in diretta con Amburgo, Atene e Villa Arconati a Milano, in festa per il concerto dei Buena Vista Social Club dal festival; le interviste al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al cardinale di Milano Angelo Scola, all'AD Pirelli, Marco Tronchetti Provera.

Guarda la puntata integrale:

Parallelo Italia

   

Leggi la recensione di Aldo Grasso sulla prima puntata di 47 35 Parallelo Italia.

Difficile condurre un talk facendo finta che sia un’altra cosa

In «47 35 Parallelo Italia» Riotta ha messo troppa carne al fuoco. C’è molto da lavorare, soprattutto sul ritmo. Via gli eccessi.

Difficile condurre un talk show facendo finta che non lo sia. «47 35 Parallelo Italia» è un talk, parola che si fa spettacolo. Però, si dice, i talk hanno esaurito la loro carica propulsiva, sono noia, narcisismo, pollaio e per rigenerarli bisogna introdurre collegamenti esterni, mini inchieste, interviste. 
I talk funzionano solo se hanno qualcosa da dire e lo sanno dire in maniera chiara, convincente, in una lingua viva preservata dal luogocomunismo.

Difficile condurre un talk show facendo finta che non sia una convenzione, al pari della politica. Così, per desiderio di portare una ventata di novità e per paura di sbagliare, Gianni Riotta ha messo troppa carne al fuoco: l’editoriale d’apertura, il collegamento con una panchina greca, triste e solitaria, e con un locale tedesco dove la birra scorre a fiumi (e si capiva) , le interviste a Matteo Renzi, al card. Scola, il collegamento da Teheran con Lucia Goraci per parlare dell’accordo sul nucleare iraniano, l’intervista a Federica Mogherini, persino i Buena Vista Social Club, persino un tizio che lancia il Festival della Crescita di Milano (Raitre, martedì, ore 21.22).

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