Ipanema

Nel vecchio linguaggio dei primi indios in Brasile, Ipanema vuole dire “acque pericolose, infide” e infatti la spiaggia romantica, celebre per le note della ballata “La ragazza di Ipanema”, ha onde così poderose e un “undertow”, corrente sommersa, da rendere rischiosi i bagni. I carioca lo sanno bene e nuotano vicino ai “posto”, le torri bianche dei bagnini e dei pronto soccorso che però, con il loro grande numero progressivo verniciato bene in vista, diventano punto di riferimento delle tribù in spiaggia. Gli anziani vanno –tra Copacabana e Ipanema- a un certo “posto”, i giovani ad un altro, i palestrati a un terzo. Durante la dittatura dei militari, certi “posto” avevano significato politico importante, uno per gli intellettuali di sinistra, uno per gli omosessuali.

 

“Posto”

Oggi i “posto” sono spesso richiamo per il chiosco più di moda per la caipirinha, ai vari gusti, lime, la migliore, limao siciliano, vale a dire i nostri limoni gialli, retrogusto amaro, frutto della passione eccetera. I vecchi carioca lamentano che tra Leblon, la spiaggia più “bene”, Ipanema e Copacabana il fascino stia sparendo. Un vecchio ricorda, puntando il dito in accusa contro i palazzoni sul lungomare, ”Hanno fatto di Rio la Miami del Brasile e giù a Barra, dove sorge il Parco Olimpico va anche peggio, tutto sta così tanto che noi delle favelas, i quartieri poveri, non possiamo neppure entrare a guardare. Una casa a Ipanema o Copacabana ormai costa come a New York, il metro quadro più caro del Brasile”.
Vero, come spesso le lamentele degli anziani. Ma i ragazzi e le ragazze che bevono dalla noce di cocco spaccata fresca ai chioschetti si godono il tramonto precoce, i Giochi Olimpici si svolgono d’inverno e sorridono.

 

Le olimpiadi dietro l'angolo

  

Caipirinha

Fare la caipirinha non è difficile, dovete “mash”, spremere con un mortaio di legno (ma un comune pestello basta se non siete specialisti barman), la frutta prescelta, lime verde, limone (limao siciliano per i brasiliani…), frutto della passione, quel che volete, poi aggiungere un cucchiaino di zucchero (piano se la frutta non è acida ma dolce), ghiaccio a pezzetti e una dose robusta di cachaça, il liquore dei brasiliani. In discoteca spesso va la caipiroska, con la vodka al posto della cachacça, ma come tutti i cocktail, con il distillato russo il gusto si raffredda, assume un non so che di metallico, perde in sensualità e morbidezza.

 

Niemeyer

Sul lungomare di Rio sorge ancora lo studio di Oscar Niemeyer, il geniale architetto comunista e ateo che disegnò i migliori edifici qui a Rio e a Brasilia, la capitale costruita dal nulla, su una coordinata geografica che Don Giovanni Bosco aveva previsto in Italia, in una visione mistica dicono i salesiani del 1883, giusto tra il ventesimo e il quindicesimo paralleo. La cattedrale non ha ingresso, si scende dal buio di un sotterraneo emergendo all’improvviso nella luce delle vetrate, battesimo, peccato, redenzione. Un artista marxista e non credente ha disegnato una delle chiese più straordinarie del Novecento, non vi stupite era il secolo delle contraddizioni quello.

In architettura Oscar Niemeyer professava di “credere nella curva” e “detestare la linea retta, non è naturale”, ancora oggi scherzano a Rio “Dal suo balcone, con tutte le ragazze alla spiaggia, quante curve vedeva Oscar…”. La vostra caipirinha segua dunque il suo genio, sia curva, duttile, come la cachaça che si ricava dalla canna da zucchero, con un procedimento artigianale, diverso dai liquori europeo, più povero ma efficace nell’esaltare il sapore. “Caipira” si chiamavano, per qualcuno con disprezzo, gli operai che raccoglievano la canna da zucchero, schiavi alle origini. Ricordateli insieme a Niemeyer bevendo e lasciate la vodka agli sballati della movida. Prosit.

 

Rio - Praia do Flamengo