L’anticipazione di una stesura dell’Enciclica di Papa Francesco «Laudato si’» sul sito del settimanale L’Espresso, definita non ancora finale da Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, conferma quanto discusso nei giorni scorsi da La Stampa: la prima enciclica originale di papa Bergoglio divide a fondo, perché a fondo scava nella ricerca e nella dottrina, ponendo Chiesa, credenti e leader mondiali in una posizione diversa sui cambi climatici e il rapporto, storico e spirituale, tra Uomo e Natura.

Le polemiche saranno caduche, con il tentativo palese dei conservatori di costringere il Papa a un dibattito angusto su destra-sinistra, mercato-regole su cui il Pontefice, e il patriarca Bartolomeo (da tempo pioniere teologico sull’ambiente), non pongono invece l’accento, preferendo, sulla strada della Genesi, una riflessione religiosa.

Sia che dunque affrontiate la versione Espresso, o aspettiate quella ufficiale, tenetevi fedeli a quanto suggerisce padre Longbottom sul sito The Jesuit Post: «La Laudato si’ non è un’enciclica sul cambio climatico». La corsa alla Casa Bianca 2016 e le tensioni della cultura cattolica sforzano Bergoglio alla cacofonia da talk show, ma il documento richiama a una diversa, più alta, responsabilità. Secondo l’analista cattolica Mary Colwell il Papa non pensa più nei termini della vecchia oleografia biblica con l’uomo «dominatore» del Creato, ma propone un rapporto di fiducia e custodia. Laudato si’ stabilisce che l’accesso al cibo, all’acqua, alle risorse naturali è un diritto fondamentale e ne deriva dunque che preservare, difendere, promuovere l’armonia della Terra e delle specie viventi è dovere religioso, non solo politico o etico.

Per il Papa sono i poveri a soffrire per primi gli effetti dell’inquinamento, dall’effetto serra sulle coste, nelle zone a rischio scorie, tossiche o radioattive, con la perdita di aree agricole e forestali. Nessuna rivoluzione dicono gli studiosi, per smussare le polemiche, e Christiana Peppard, analizzando la Caritas in Veritate per la rivista «America», sottolinea continuità tra Benedetto XVI e Francesco.

I conservatori - dalla destra dei repubblicani Usa a frange della Curia - provano a mettere su Bergoglio il manto del Cardinal Bellarmino e a farne un persecutore della libera scienza, contro i pensatori originali come Galileo Galilei. Secondo questa corrente, il Papa «deve lasciare la scienza agli scienziati» e non schierare la Chiesa sul cambio climatico per non tornare ai tempi oscuri in cui il Vaticano imponeva la versione ufficiale della «verità». Punto bizzarro, perché il 99% degli scienziati crede che nel riscaldamento globale ci sia una traccia dei nostri comportamenti, quindi, semmai il Papa è, stavolta, con Galileo, non contro.

Altrettanto sbagliato sarebbe ridurre l’impatto storico, teologico e politico della Laudato si’ alla diatriba sul Papa «peronista» che critica il libero mercato. Nell’Accademia Pontificia che ha messo le fondamenta dell’enciclica, come nel gruppo di studiosi che la presenterà, sono attivi studiose e studiosi vicini alla democrazia liberale, a un’economia capace di crescere diminuendo l’impatto inquinante, sostenibile. Robert George, docente di etica a Princeton University, ricorda sulla rivista First Things come l’insegnamento papale copra «norme morali e fatti empirici», e - al contrario dunque di quanto avveniva con Galileo - il Papa non calca la mano sui «fatti», analizzando l’evidenza empirica con senso comune e raziocinio http://goo.gl/809Uix

Tutte le cautele e i distinguo però, conclude giustamente Michael Winters del National Catholic Reporter http://goo.gl/TL7eLx, non eliminano l’evidenza: il testo definitivo di Laudato si’ avrà un’eco globale, non per la vicenda effetto serra, ma perché riporta fede cattolica (e ortodossa nel dialogo sempre più serrato anche sulla Pasqua) alle primissime righe della Bibbia. Là lo Spirito di Dio aleggia sulle acque, e nei paragrafi successivi gli elementi naturali, le specie viventi e infine l’uomo e la donna appaiono sulla Terra, nelle acque, nel firmamento. Bergoglio non si schiera «con i Verdi contro lo sviluppo», si schiera con Genesi. In questo spirito va letta Laudato si’, spogliati dalle opposte agende faziose.