1934 e 1938. Queste sono le date in cui si disputarono il secondo ed il terzo Mondiale della storia del calcio. Dopo il primo Mondiale in assoluto disputatosi nel 1930 in Uruguay, toccò proprio all’Italia ospitare la seconda competizione.

Nel parlare delle competizioni del 1934 e 1938 è inevitabile fare un riferimento alla situazione politica dell’Italia dell’epoca, e di come questa abbia avuto un peso anche nello sport. Il Fascismo al governo aveva in massima parte già permeato la sfera pubblica del paese, e lo sport in generale, ed il calcio in particolare, rappresentavano per il regime un utilissimo strumento per ottenere consensi.

La retorica di quel periodo esaltava il movimento e la prestanza fisica, e per questo motivo le attività ginniche diventavano occasione per mostrare forza e valore. Lo stesso valeva per le partite di calcio, ed è facile capire che se la competizione avesse assunto rilevanza internazionale ad essere in gioco non c’era solo il prestigio di una squadra, ma l’onore di una intera nazione.

Il Mondiale del 1934 fu una vetrina senza precedenti. Importanti investimenti si destinarono alla realizzazione di stadi adatti ad ospitare l’evento, e per far si che tutto fosse perfetto si varò anche una politica di sconti sulle tariffe ferroviarie verso le città dove si tenevano le partite, per incentivare la partecipazione della gente. Fu un vero successo, e la Nazionale fece la sua parte tra fasci e saluti romani.

Nel 1938 toccò invece alla Francia, ai “cugini d’oltralpe”, ospitare la terza edizione dei Mondiali. Fu una edizione particolarmente ricca di polemiche, ad iniziare dalla scelta della nazione. Secondo quanto previsto agli inizi della competizione, infatti, ad ospitare i Mondiali si sarebbero dovuto alternare i paesi del vecchio e del nuovo mondo. Quando la scelta ricadde sulla Francia i paesi del Sud America protestarono e di essi solo Brasile e Cuba parteciparono. Altre polemiche riguardavano proprio la partecipazione dell’Italia, la cui squadra Nazionale venne più volte fischiata. Perché? Alcuni hanno ricondotto l’ostilità del pubblico in alcune partite alla presenza in Francia di una forte comunità di antifascisti italiani che, fuoriusciti dal paese, avevano trovato rifugio nella nazione vicina. L’esecuzione del saluto fascista da parte della Nazionale italiana nella partita contro la Norvegia, ad esempio, provocò una ondata di disappunto in tutto lo stadio. Nonostante le polemiche, però, l’Italia procedette nelle qualificazioni.

Sia il secondo che il terzo Mondiale di Calcio videro la Nazionale italiana vincere la competizione. Un risultato non di poco conto, occasione ghiotta per la propaganda del regime, che però da lì a poco si sarebbe dovuta scontrare con uno degli eventi più tragici della storia: la II Guerra Mondiale.