La guerra civile scoppierà in America a luglio, e, a 150 anni dalla resa dei Confederati del generale Lee agli Unionisti del generale Grant, si combatterà stavolta in Texas, California, Utah. Il New Mexico solidarizza con i ribelli, oltre confine, in Arizona, cittadini leali al governo di Barack Obama resistono al nemico. Da Mosca Putin infiltra armi e commandos. La polizia militare instaura la legge marziale nelle metropoli, e migliaia di dissidenti fatti prigionieri, sono tradotti, sotto scorta armata, in campi di concentramento.

Vi sembra la sceneggiatura di un film di fantapolitica, come il mitico «Alba Rossa» di John Milius, che ai tempi di Reagan 1984 immaginò i russi ad occupare l’America e i teenager a battersi da partigiani? Non lo è, e vi basta digitare su Google la sigla «Jade Helm», Timone di Giada, per scoprire come nell’era web la politica estremista stravolga la realtà in Apocalisse. «Timone di Giada» è solo una tradizionale manovra militare, di quelle che l’esercito americano conduce in serie, per tenere addestrate le forze speciali in caso di attacchi terroristici o guerriglieri. Necessario dunque infiltrarsi anche in città, a guardia delle infrastrutture urbane possibili bersaglio dopo l’11 settembre. Le autorità militari, per evitare falsi allarmi, spiegano alla popolazione «Se sentiste nei giorni delle manovre, scoppi improvvisi non innervositevi, sono munizioni a salve».

Il travisamento
Fin qui tutto ok. Ma il corrispondente militare del «Washington Post» Dan Lamothe rivela durante un seminario alla Marine Corps University a Quantico Bay cui ho preso parte, (i marines hanno una università che prepara gli ufficiali alla teoria della guerra del XXI secolo) che sul web «Timone di Giada» diventa a sorpresa «prova del colpo di stato dell’amministrazione Obama».
Immagini di vecchie manovre affluiscono online e i militanti della teoria dei complotti ne deducono «La Gestapo americana è nata. Ci saranno arresti in massa. Gli Stati sono scelti con strategia precisa, dal Nord Utah al Sud California e Texas. Certe aree sono dichiarate “ostili” altre “lealiste” perché la Casa Bianca prepara guerra civile e colpo di stato. Chi resiste sarà perseguitato».

La stampa
Il Washington Post cita un saggio di Walter Quattrociocchi e Guido Caldarelli, studiosi di teoria dei network all’Imt, spiegando come i complottisti creino online un labirinto irrazionale che si accresce ogni giorno, sola entrata la menzogna, nessuna possibile uscita di verità. I siti anti Timone di Giada postulano che è «la prova generale del golpe di Obama», e qualunque smentita, prova contraria o fatto di cronaca diventa, nella rete deviata dei complottisti, prova certa. Gli scontri di Baltimora tra giovani afroamericani e polizia? Secondo Beauford T. Justice, su twitter, «Servono a distrarre l’opinione pubblica da Timone di Giada». Il sito infowars.com chiama gli ex combattenti a formare «gruppi di resistenza contro le manovre» e Pete Lanteri raccoglie duemila persone su Facebook  organizzando «il controspionaggio anti Timone di Giada». In Texas assemblee spontanee, indette via web, vedono anziane signore dirsi pronte a morire contro «la nuova dittatura a stelle e strisce».

L’esercito nel mirino
Invano l’esercito prova a reagire al rancore organizzato online. «Si tratta di manovre indette da tempo e del tutto regolari» recitano impotenti i comunicati. Frustrato dalla foga complottista il tenente colonnello Mark Lastoria, portavoce dell’Army Special Operations Command, si sgola «Potete avercela col Presidente. Va bene. Ma noi, le Forze Armate, siamo dalla vostra parte da oltre 200 anni. Io ho l’uniforme addosso da 27 anni e con 5 diverse amministrazioni!».


Inutile, la logica non batterà l’ossessione. Le manifestazioni, i comizi via radio, la valanga di mail persuadono il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, a ordinare alla Guardia nazionale texana, 19.000 uomini dotati di aviazione e mezzi corazzati, di «monitorare» in armi le manovre di Timone di Giada, per «garantire sicurezza e diritti dei cittadini». Avete capito bene, nel Texas dei presidenti Johnson e G.W. Bush, il governatore Abbott mobilita la Guardia Nazionale per contrattaccare se l’Esercito violasse la Costituzione, in omaggio ai matti in trincea contro «il colpo di stato di Obama». Guai a sottovalutare il confine oscuro del web.
Se vi scappa da ridere, ripensateci. L’ossessione dei complotti persuase un pugno di ex militari che il «Nuovo Ordine Mondiale» del presidente Bush padre, tentativo di intesa con Onu, Europa e Russia nel dopo guerra fredda 1990-1991, fosse il laboratorio di «un golpe internazionalista». Nel 1995 il veterano della guerra del Golfo Tim McVeigh fa brillare una bomba fatta con il fertilizzante a Oklahoma City, 168 morti e 600 feriti, giurando fino all’esecuzione di essersi solo opposto al «Complotto del Nuovo Ordine Mondiale».