Se i risultati che vedo nella notte americana saranno confermati, la Gran Bretagna lascerà l'Unione Europea 52% a 48%, una netta, sonora sconfitta europeista nelle proiezioni della BBC. Altri vi diranno ora se e come Cameron debba dimettersi, come il summit Hollande Merkel proverà a rimediare, le Borse sono già in fibrillazione, il finanziere Soros ha messo in guardia contro una manovra speculativa contro l'euro (che sarebbe durissima per l'Italia).Tutto vero, come vero che populisti e xenofobi da Roma a Parigi a Berlino e Atene fino a Trump brindano.Ma non è questa, amici miei, la sigla della notte. L'Europa come l'abbiamo conosciuta, dai tempi della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, il Mec Cee Ue benefico che salvaguardava pace e benessere, fiero di tanti paesi in coda per essere ammessi nel club, non esiste più. Esistono paesi in crisi, legati da una moneta malmessa e da un patto ideale consunto. E Londra, la capitale storica dell'illuminismo e delle libertà, costretta dal voto rurale e non metropolitano, se ne va. Altre nazioni, forse, seguiranno, ma chi resterà sarà disincantato e malmostoso. Un ministro francese ha, qualche giorno fa, annunciato che l'Europa garantirà il libero traffico nel Mar Cinese Meridionale. Che ridere, che pena. Con chi? Come? Globalizzazione, automazione, egoismi nazionali, una classe dirigente mediocre che ha in Juncker il suo campione di inanità hanno rovinato ogni speranza. L'Europa come progettata nel dopoguerra da Adenauer, Churchill, De Gasperi, Monnet, Schuman, non esiste più. Che cosa verrà vedremo, ma non si apre una bella stagione per gli inglesi e per quel che rimane dell'Europa.Prendete nota di chi gioisce stamattina: presto se ne pentirà, amaramente.