La nuova domanda di Judy Dempsey agli esperti di politica estera e sicurezza internazionale è: "Judy domanda: La Merkel aiuterà o no la May su Brexit?"

La risposta di Gianni Riotta

Presso la bellissima Villa d'Este sul Lago di Como, Michel Barnier, il principale negoziatore dell'Unione Europea della Brexit, ha recentemente dichiarato ad un pugno di investitori internazionali il suo piano per vincere la "Waterloo 2.0": essere lisci in superficie e d'acciaio sotto. Ci sarà un accordo sulla Brexit perché Londra e Bruxelles ne hanno bisogno. In altri tempi, la Casa Bianca avrebbe potuto avere un ruolo calmante; ora il Presidente Trump altro non fa che ricordare quanto sia obbligatorio smetterla con il chiasso.

La Merkel, però, non è più la potente Angela di ieri. Le elezioni tedesche hanno lasciato un eroe ferito. Il Bundeskanzlerin comanda ancora in Europa, ma tutti sanno che lei non è più così potente come lo è stata una volta. Draghi sa, Trump sa, Russia e Cina sanno, e Macron lo sa anche troppo bene. Perciò la May, altra signora in difficoltà, con freddezza deve cercare di arruolare la Merkel come mediatore. Troppo tardi, temo. Calcoli razionali - la forza della Merkel - cedono alle passioni, alla propaganda irrazionale ed alla corsa per il potere in un mondo che gira sempre più veloce.

La Merkel cercherà di aiutare la May nel tempo libero che può ritagliarsi tra le terribili trattative teutoniche per un nuovo gabinetto. Intorno al tavolo siedono 55 delegati rivali, lei li deve instradare, come una maestra, nella giusta direzione. Buona fortuna!

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