Non è servita nemmeno la grande purga di dicembre scorso: i social network sono invasi da profili falsi (i famosi bot a pagamento), acquistati da privati, aziende e soprattutto celebrità per aumentare la loro "popolarità". Alla fine dello scorso anno, infatti, il colosso Instagram aveva annunciato l’eliminazione di quasi 20 milioni di profili fake, con tanto di avviso a tutti gli iscritti (“Abbiamo disattivato e rimosso gli account spam. Il tuo numero di followers e following può essersi modificato”). Ma nonostante la grande epurazione (l’Instagram Rapture, per gli addetti ai lavori) sembra che ancora l’8% degli account presenti su Instagram sia falso.
Lo studio - riportato in questo articolo del "Wall Street Journal" - è stato realizzato da un’équipe di informatici italiani (con a capo il giovane ricercatore Andrea Stroppa) e supportato dall’azienda Alkemy Lab. Dopo aver acquistato circa 20mila profili falsi (esistono circa 270 siti che permettono questa vendita), gli studiosi hanno tentato di tracciare le caratteristiche principali di questi fake account. Tra tutti i profili falsi rintracciati sulla rete, il 71% presenta livelli di completezza (nome, cognome, foto profilo, biografia e - soprattutto - alcune foto pubblicate) che ne rendono difficile l’individuazione. Anche il rapporto tra utenti seguiti e seguaci sembra essere confermato e regolare: in media un bot segue - per ogni follower - circa 41 altri utenti. Infine, la frequenza di pubblicazione di materiale sul famoso social network di videophotosharing è differente: un fake account pubblica in media sei foto o clip contro i 55 degli utenti veri e propri.
Questa problematica non riguarda solo Instagram, ma anche altri servizi come Facebook e Twitter. Il primo tra questi ha affermato che gli account falsi rappresentavano meno del 2% dei suoi 1,4 miliardi di utenti. Twitter ha reso noto, invece, che la percentuale di fake account rientra nel 5%.
Come ha ricordato l’articolo del “Wall Street Journal”, “Instagram sta registrando molto interesse da parte degli inserzionisti, a causa della sua popolarità tra i giovani”. In un recente rapporto, Mizuho Securities ha affermato che le grandi marche spendono tra i 350mila dollari e un milione di dollari al mese per la pubblicità su Instagram.