La storia del calcio non è fatta solo di incontri, squadre, partite, mondiali. Nel suo percorso ormai più che secolare il calcio ha attraversato, ed esempio, i momenti più bui della storia del Novecento e ne è stato condizionato come qualsiasi altro aspetto della vita sociale.

Ma per il calcio italiano l’episodio più drammatico è legato a un incidente aereo avvenuto nel 1949: la tragedia di Superga. Il 4 maggio di quell’anno il Torino stava rientrando da Lisbona, dove si era tenuta un'amichevole. A causa delle cattive condizioni meteo l’aereo andò a schiantarsi contro la collina di Superga, nei pressi della città, causando la morte di 31 persone tra giocatori, dirigenti della squadra, giornalisti e membri dell’equipaggio.

La tragedia ebbe una vastissima eco anche perché il Torino era la squadra più forte del campionato, aveva vinto cinque scudetti consecutivi e molti dei suoi membri giocavano nella Nazionale italiana. Una squadra leggendaria, passata alla storia come “Grande Torino”.

La tragedia di Superga avrebbe condizionato, direttamente e indirettamente, la partecipazione dell’Italia ai Mondiali del 1950 in programma in Brasile. Intanto perché alcuni bravi elementi della Nazionale erano caduti nell’incidente insieme al resto della squadra.

C’era un altro fattore però da considerare: la fobia dell’aereo che aveva indotto molti dei giocatori italiani a chiedere che si preferisse un viaggio in mare per raggiungere il Brasile.

La decisione fu presa. La squadra partì da Napoli a bordo della nave Sises e iniziò la traversata di tre settimane. Si sperava che il viaggio potesse servire da “ritiro” per i giocatori, ma non fu proprio così. Basti pensare che nel corso del viaggio finirono in mare tutti i palloni da usare per gli allenamenti.

La performance della Nazionale italiana in quella edizione del mondiale non fu particolarmente brillante anche a causa del viaggio. Del resto il Brasile, come dimostra l’epilogo dei Mondiali in corso, all’Italia non porta proprio fortuna.