Nel suo enigmatico testamento del 1895, Alfred Nobel fondò il premio alla Letteratura stabilendo che, come tutti gli altri laureati, il vincitore dovesse essersi impegnato per «il massimo beneficio all’umanità», con la condizione aggiuntiva, per gli scrittori, di essersi votati «alle direzioni ideali». Alla lettera, dunque, sembra che i giurati, concedendo il premio 2019 al romanziere austriaco Peter Handke abbiano violato, in flagrante evidenza, il mandato originario. La maestria...continua la lettura su La Stampa!