Un ragazzo brasiliano che contesta il Campionato Mondiale di calcio –denunciandone, non senza ragioni, sprechi, corruzione e costi, ben 10 miliardi di euro investiti nella Coppa- al primo gol di Neymar balza in piedi applaudendo felice. E a chi gli fa osservare la contraddizione, “Ma non sei contrario?” ribatte sorridendo “Si certo, ma che c’entra? Ora si gioca…”.

Ora si gioca: la frase contiene tutto il Mondiale. Prima la burocrazia inetta della Fifa di Blatter e la narcisistica flemma dell’Uefa di Platini, poi l’arroganza degli sponsor, le troppe partite giocate massacrando anche gli assi con gli infortuni, la politica e la corruzione che infestano ogni bordo campo e lasciano, ogni volta, disperare del futuro del calcio. Poi, “Quando si gioca…” e Neymar, Cristiano Ronaldo, Messi, Robben, Buffon, Rooney, Pedro, Van Persie e Muller vanno in campo, la fantasia, la passione, il tifo prendono il sopravvento. Una maglia multicolore ci fa sognare tutti, come quando eravamo bambini.

Perché questa è la magia del football, mantenere per sempre giovani i suoi eroi, non sono forse Pelé, Rivera, Maradona, eterni ragazzi, con Zidane e Materazzi che passeranno la vita a litigare –scolaretti for ever- sulla testata Mondiale 2006? Ma insieme ai giocatori il calcio mantiene bambini i suoi tifosi. Quando si va allo stadio con papà, o si guarda la partita alla tv con la mamma, spesso i giocatori hanno l’età dei genitori. Poi arriva una stagione in cui in campo vanno nostri coetanei, e infine una terza, in cui i campioni sono coetanei dei figli. Capita: ma non appena l’arbitro –il Diavolo se lo porti!- mette in bocca il fischietto e fa scattare il cronometro con i 90’, siamo tutti bambini, con il batticuore a ogni traversa, corner, passaggio, dribbling, tiro.

Queste pagine web sono quindi un atto d’amore per un gioco, il gioco del Calcio. Saprete di tutto e di più sulla politica e l’economia che mantengono, e a volte affliggono, il pallone, ma soprattutto giocherete con noi, al gioco più bello del mondo: gooooooooooooooool!