Perché noi europei dovremmo temere tanto la Russia e considerarci più sicuri e protetti dagli Usa? Il muro di Berlino non c’è più, il comunismo neppure, quindi dove sta il pericolo per l’Europa? Mi sembra tutto finalizzato a mantenere in piedi quello che ai tempi del ’68 veniva definito imperialismo americano. 

Luciano Scarzello, Bra (Cn) 

 

Chiunque diventi Presidente in America dovrebbe continuare il dialogo con l’Ue, la Russia e gli alleati di sempre per sconfiggere l’Isis, così molti migranti potrebbero tornare in Iraq e Siria per ricostruire il proprio avvenire, a patto che questi Paesi vengano stabilizzati come anche Nigeria, Libia, Sud Sudan. Una grande potenza come gli Usa dovrebbe sempre essere in prima fila per tutelare il bene comune, la democrazia, la libertà e mantenere così la propria supremazia. 

Renato Invernizzi 

 

I cortesi lettori Scarzello e Invernizzi disegnano con precisione il dilemma che, dalla fine della Guerra Fredda, nel 1989, gli Stati Uniti hanno davanti: guidare o no il mondo? 

Il presidente Bush padre ci provò con il New World Order, che si basava su Onu e multilateralismo e funzionò nella I Guerra del Golfo contro Saddam, che vide in campo, per la prima volta dal 1945, la Germania. Clinton provò la stessa formula per pacificare i Balcani in guerra civile, anche l’Italia si mobilitò contro i pogrom di Milosevic con il governo D’Alema. Le reazioni non furono tutte positive. Nel 1995 l’ex soldato Tim McVeigh fece una strage ad Oklahoma City proprio contro il «Nuovo Ordine Mondiale» e a Seattle, 1999, nacque il movimento no global per contestare i mercati a leadership americana.  

Putin in Russia e il nuovo presidente cinese Xi Jinping sono stati lesti a comprendere la nuova fase: finita la simpatia per gli americani, il mondo guarda alle proprie convenienze e basta. Obama ha preso atto della metamorfosi, anticipando, con stile diverso, il disimpegno internazionale che oggi Trump proclama su Nato, Paesi baltici, Crimea, Ucraina. Le sanzioni seguite a queste aggressioni sono impopolari, che accadrà dunque adesso? Trump lascerà tutti al proprio destino, trattando accordi con Mosca e Pechino e buona notte. La Clinton cercherà di rinverdire la collaborazione internazionale, con toni più forti di Obama. Chi vuol disfarsi degli Usa mediti però su Vietnam e Giappone, acerrimi nemici in guerra degli americani con cui ora fan manovre militare congiunte. Sanno che Washington può essere partner rompiscatole, ma l’alternativa, Mosca e Pechino, è un padrone, duro.