L’epidemia di Ebola il virus che da Marzo ha provocato oltre tremila morti in Africa occidentale, sfiora Europa (due pazienti sono in isolamento in Germania) e America (Thomas Duncan è in isolamento in Texas e i suoi contatti, circa 80 persone incluso un senzatetto, sono stati rintracciati). Nelle ultime settimane almeno dodici casi sospetti avevano messo in allerta ospedali Usa di New YorkHopkins e Miami, sempre smentiti alla fine.

Ebola sembra ora “emergenza sanitaria globale”. Inutili gli allarmismi, il contagio avviene solo con il contatto dei fluidi biologici della persona infetta, ma il virus si diffonde veloce nelle aree arretrate e rurali dell'Africa. Ci vollero 60 anni, dal 1920 al 1980 perché l'Aids dall'Africa interna raggiungesse Usa ed Europa, via Haiti. Il mondo globale accelera le epidemie.  

Per dare una dimensione dell'emergenza ci sono gli ultimi dati sulla situazione in Sierra Leone,GuineaLiberia e Nigeria forniti dalla organizzazione "Save the Children": in Sierra Leone sono circa cinque i contagiati ogni ora per un totale di 765 nuovi casi solo nella scorsa settimana.

Il Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie di Atlanta (Cdc) stima che saranno 1 milione e quattrocento mila (uno su sette del totatle della popolazione) i casi di contagio previsti per il 20 gennaio 2015, se non cambia l'approccio con cui si affronta l'epidemia.

In proporzioni simili un focolaio di queste dimensioni in Italia avrebbe contagiato oltre 8 milioni e mezzo di persone, negli Stati Uniti avrebbe colpito oltre 43 milioni di Americani.

In un incontro delle Nazioni Unite organizzato dall’ufficio del Segretario Generale dell’ONU e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la presidente internazionale di Medici Senza Frontiere Joanne Liu ha dichiarato  che i leader mondiali stanno fallendo nell’affrontare “la peggiore epidemia di Ebola mai registrata” e gli stati che hanno capacità di risposta ai disastri biologici, inclusi apparati medici civili e militari, devono immediatamente inviare materiali e personale in Africa occidentale perchè l’ulteriore diffusione del virus non potrà essere evitata senza un massiccio invio di unità mediche specializzate per sostenere gli sforzi per il controllo dell’epidemia nei paesi colpiti.

Per l’Ebola non esiste alcuna terapia specifica. Non c’è un vaccino disponibile che abbia un’efficacia testata e sia stato registrato per l’utilizzo sui pazienti. Il trattamento standard è limitato a una terapia di “supporto sintomatico”: si idrata il paziente, si mantiene ossigenato, si fornisce un’alimentazione altamente nutritiva e antibiotici e antimalarici per prevenire ulteriori infezioni. Il trattamento di supporto può aiutare il paziente a vivere più a lungo in modo che il sistema immunitario abbia il tempo sufficiente per reagire e combattere il virus.

Purtroppo è difficile controllare la situazione in quanto i contagi avvengono tra familiari nell’accudire i malati: 1,7 il numero di persone, in media, che ogni malato di Ebola infetta a sua volta. 20 mila è il numero di casi di ebola previsto dall'OMS per il 2 novembre. L'Organizzazione prevede un totale registrato di 5.740 casi in Guinea9.890 in Liberia, e 5.000in Sierra Leone.

Questa è la situazione del 1 Aprile 2014

E questa la situazione del 16 Settembre 2014

L’Oms ha reso noto anche che oltre 70 esperti si sono riuniti nei giorni scorsi per lavorare a due vaccini sperimentali che dovrebbero entrare rapidamente in fase di test.

Questi dati indicano che, senza drastici miglioramenti nelle misure di controllo, il numero di casi di decessi continuerà ad aumentare da centinaia a migliaia di persone nei prossimi mesi.