Il Partito democratico ha scelto il suo nuovo, forse non troppo, segretario e già dai giorni immediatamente precedenti il 30 aprile web e social network hanno restituito dati dai quali poter avviare analisi e interpretazioni.

Nella serata di mercoledì 26 aprile, Sky TG24 ha ospitato il primo e unico dibattito in vista delle Primarie del Partito Democratico, al quale hanno preso parte tutti e tre gli sfidanti alle prossime consultazioni. Consultazioni che rappresentano uno scontro che, pur essendo interno al partito, non potrà non avere influenza sulla vita politica italiana dei prossimi mesi.

Il dibattito televisivo ha provocato un intenso scambio di tweet, raggiungendo rapidamente la prima posizione delle tendenze in Italia.

#confrontoskytg24 è stato infatti l’hashtag presente più di ogni altro nelle conversazioni intercorse sui tre candidati nelle ore in cui è andato in onda il confronto. È un’ulteriore conferma della contaminazione tra Tv e social network, tra vecchi e nuovi media, con gli utenti-spettatori che, mentre seguono in diretta il programma, allo stesso tempo diventano soggetti attivi pubblicando sui social le proprie impressioni e le proprie valutazioni su quanto sta avvenendo dall’altro lato dello schermo. Non poteva mancare #primariepd, l’hashtag dell’evento al centro del dibattito, e subito dopo gli hashtag dei tre sfidanti. Interessante anche l’ordine: #renzi è il candidato che ottiene il maggior numero di citazioni nei tweet, seguito da #orlando e da #emiliano.

Renzi, da subito superfavorito, ha ottenuto dagli utenti social abbondanti dosi sia di sostegno che di critiche, come dimostra la presenza negli hashtag più diffusi sia di #iostoconmatteo, utilizzato dai suoi supporter, sia di hashtag diffusi dagli utenti più critici con alcune delle sue dichiarazioni.

L’analisi delle conversazioni Twitter porta però alla luce un altro fenomeno, non strettamente correlato con le Primarie ma che testimonia come ormai i social network siano diventati strumento per dare visibilità anche a proteste più o meno longeve. Hanno “approfittato” della visibilità fornita dal dibattito gli scontenti della recente riforma della Buona Scuola, che associando gli hashtag #800esiliatifaseb e #vittimedella107 ai nomi dei candidati hanno dato visibilità a proteste che stanno tenendo banco sui social network ormai da mesi. Il tema “Buona Scuola” è stato anche oggetto di uno scambio di battute tra gli sfidanti, con Emiliano schierato nettamente contro, tanto da affermare che non avrebbe più lasciato fare errori simili a Renzi.

Ma trovano visibilità anche fenomeni più delicati. La presenza di #noobbligotoscana tra gli hashtag più presenti, infatti, rimanda alle proteste in corso contro l’iniziativa di rendere obbligatori i vaccini per l’accesso alla scuola dell’Infanzia in Toscana. L’hashtag è molto utilizzato da coloro che sostengono la libertà di scelta nel vaccinare o meno i propri figli e trova attraverso i social network uno strumento di diffusione non indifferente. Non poteva mancare infine #alitalia, viste le recentissime notizie di cronaca riguardanti la compagnia aerea che versa nuovamente in cattive acque.

L’analisi condotta sulle ricerche effettuate tramite il motore di ricerca Google sui candidati alle Primarie Pd nei giorni immediatamente precedenti il 30 aprile, evidenziava come Matteo Renzi superasse i suoi diretti avversari nelle ricerche condotte nel periodo monitorato. Andrea Orlando e Michele Emiliano presentano invece andamenti costanti nel tempo, rimanendo ben al di sotto della curva del Segretario. Interviste e dichiarazioni rilasciate in occasioni di manifestazioni a sostegno della loro candidatura rappresentano dei momenti di aumento di interesse, rimanendo altresì isolati rispetto all’andamento generale.

“Matteo Renzi”, nonostante gli avvenimenti degli ultimi mesi, riesce ad essere al centro dell’attenzione e della sensibilità della pubblica opinione. L’interesse di ricerca su Google nei suoi confronti tende ad essere costante nel tempo, anche in ragione dell’attualità del dibattito politico, delle attività e delle prese di posizioni dei suoi diretti concorrenti alle prossime elezioni legislative, oltre che dell’esito del primo turno delle elezioni presidenziali francesi. La ricerca testuale, infatti, presenta momenti di crescita in relazione a tali argomenti.

“Michele Emiliano” presenta una curva di ricerca particolare, caratterizzata da momenti di crescita improvvisa, limitati nel tempo, ma che arrivano a superare in modo significativo le curve degli altri due sfidanti. Osservando l’infografica, l’aumento vertiginoso di traffico di ricerca si può associare alle dichiarazioni del governatore della Regione Puglia in concomitanza di appuntamenti o interviste rilasciate dai media. È il caso del 23 aprile, giorno in cui Emiliano ha manifestato la necessità di aprire una riflessione politica in riferimento alla figura di Bettino Craxi. Il picco del 24 aprile, invece si riferisce alla firma di un accordo di bonifica nell’area urbana di Taranto.

Ultimo picco è quello relativo al confronto televisivo a Sky TG24. Durante il dibattito Google Trends ha registrato un'attenzione crescente da parte degli utenti web: il coinvolgimento di Emiliano nei momenti più intensi del confronto ha surclassato i suoi diretti avversari in relazione ai termini di ricerca.

Anche “Andrea Orlando” presenta una curva di frequenza stabile nel tempo. L’interesse rivolto nei suoi confronti si mantiene costante e, in termini assoluti, la curva tende ad avere gli stessi valori di quella di Emiliano. Pochi, invece, i picchi di ricerca rispetto alle interviste rilasciate.

Vincere le Primarie senza campagna elettorale, questo sembrava essere l’obiettivo di Matteo Renzi. Pochi sono stati i post pubblicati su Facebook e Twitter dall’ex premier prima di domenica scorsa, rari o quasi del tutto assenti quelli dedicati alle #primariepd.

Gli oppositori sembravano avere invece una diversa percezione dello scontro, entrambi ormai forti delle loro posizioni critiche rispetto all’operato dell’ex Segretario Pd.

Andrea Orlando è stato decisamente il più attivo su Twitter, canale privilegiato per raggiungere giornalisti e esperti a vario titolo di “politichese”. Lo slogan #alziamolavoce domina le conversazioni del Ministro della Giustizia, che tra i temi chiave del suo storytelling inserisce anche l’#Europa. “Nelle iniziative avrò sempre dietro la bandiera UE” ha detto durante il confronto Tv a SkyTG24, tema presto twittato.

Segue per attivismo Michele Emiliano che, costretto alla sedie a rotelle per un problema al tallone d’Achille, ha affidato alle dirette Facebook la propria campagna elettorale.

Tranne che per lo slogan #avanti, nelle settimane scorse Matteo Renzi ha usato il suo account Twitter e la pagina Facebook per veicolare tematiche che esulano dal voto di domenica.

Dato da non sottovalutare è il gran numero di utenti che l’ex Premier riesce a raggiungere sui social network, seppur con pochi tweet. Renzi, infatti, gode di una popolarità, calcolata in numero di like alle pagine e follower su Twitter, impensabile per i suoi competitor.

L’esito delle Primarie non ha riservato molte sorprese, con Renzi uscito vincitore nella corsa per la carica di Segretario. Emiliano e Orlando però, come evidenziano anche i dati dei social network, hanno fatto il possibile per diffondere la propria visione e veicolare i propri programmi per l’azione di partito.

Narrativa, elaborazioni bigdata e grafiche Catchy a cura di Alice Andreuzzi, Lorenzo Coscarella, Nicola Piras e Luca Tacchetti, realizzate nell'ambito del progetto DEEP di Alkemy Lab.