Ogni mattina, sul pianeta Terra, un assonnato essere umano su tre beve una tazza di caffè miscela brasiliana, seccata nel frutto della pianta e cresciuta –assicura l’autorevole CoffeeReview.com- al massimo a un’altezza di un migliaio di metri, quasi sempre qualità «Santos». Il caffè colombiano finisce solo in una tazza su dieci, ma sta crescendo in prestigio grazie al «Supremo», ottenuto da un metodo opposto al brasiliano, non «secco», «umido», coltivato oltre i 1600 metri. Oggi, nel caldo dello Stadio di Fortaleza, Brasile-Santos e Colombia-Supremo cercheranno di prevalere non solo nella classifica degli espresso – Cafeteros è giusto il soprannome della nazionale colombiana- ma nei quarti di finale del Mondiale. 

Le due squadre hanno avuto vigilie dal gusto opposto, come le loro miscele. La Colombia non giocava al Mondiale da 16 anni e la tragedia dell’assassinio di Escobar, debutta ai quarti, con il secondo miglior attacco, un gol dietro l’Olanda e il cannoniere James David Rodriguez Rubio, snobbato in Italia dall’Udinese. Comunque vada, e ci sono siti che scommettono sul 2-0 per la Colombia, la squadra di Pekerman ha fatto il proprio dovere. 

 In Brasile, da giorni, 200 milioni di aficionados sono ipnotizzati in tv dalle parate di Julio Cesar, i gol sbagliati dal Cile, le lacrime di Thiago Silva, infinito replay nazionale. Lo scrittore Sergio Sant’Anna, brasiliano nato in Argentina, immagina nel racconto «All’ultimo minuto» un portiere che, ossessionato da un gol subito, lo riguarda alla moviola senza soste, illudendosi invano di pararlo. Dalla partita col Cile, il Brasile è stregato dai replay e un terrore opposto: e se Pinilla avesse fatto gol? 

 È in ansia la presidente Rousseff, non solo il coach Scolari. L’ultimo sondaggio Datafolha l’ha fatta sorridere più di Neymar, il consenso in vista delle elezioni d’autunno risale dal 34 al 38%. A riprova della magia del calcio il 61% dei brasiliani si dice “soddisfatto dalla Coppa…fiero”, un mese fa i contrari erano il 50%. Quanto ai fischi che hanno accolto la Rousseff a San Paolo, il 78% dei cittadini li depreca: «Tutto bene dunque» respira il Ministro delle Finanze Mantega. 

Tutto bene, sempre che la tendinite lasci in pace Neymar, Hulk e Fred vedano la porta, e la squalifica di Luiz Gustavo, fulcro del centrocampo, non penalizzi contro la velocità colombiana e gli assist di Cuadrado. La Fifa ha nominato, fin qui, David Luiz migliore del Mondiale, seguito da Rodriguez, Robben e Benzema. Ma in allenamento affiorano nervi tesi per la Selecao, Neymar tira un rigore pian piano per non forzare, Neymar mette in braccio al portiere un punizione per non forzare. 

 I sondaggi danno alla Rousseff il 55% di chance di esser rieletta, stessa percentuale circa che allibratori e statistici concedono a Scolari. La vittoria al Maracanà migliorerebbe l’umore del paese, già le proteste, represse con durezza dalla polizia (con tanto di inchieste dei gruppi per i diritti civili) hanno ceduto il passo alle folle che – come stimano le infografiche dello studioso Domenico Talia - migrano da uno stadio all’altro. 600.000 turisti in Brasile per il Mondiale, il doppio che in Sud Africa 2010, record di tweet, record Usa di streaming per il match con il Belgio, la bola è digitale. 

Felipäo Scolari «deve» vincere, Dilma Rousseff «deve» vincere. La critica chiede in campo Maicon, Dante ed Hernanes, per rallentare i Cafeteros. Scolari va prudente, tra i pali «l’eroe» Julio Cesar, poi Maicon, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo, insieme stavolta Fernandinho e Paulinho sperando si intendano, quindi Oscar, Hulk e Fred, i deludenti, ultimo Neymar, zoppo o sano? 

 La Colombia non ha fatto i supplementari, gioca in serenità, spera di danzare al gol. Le elezioni le ha celebrate in apertura del Mondiale, con almeno mezzo milione di «voti di soddisfazione» portati in dote da Cuadrado e i suoi al rieletto presidente Santos. Insomma, il caffè Supremo colombiano è quello che si prende, tranquilli, a fine pranzo domenicale, in famiglia, il caffè Santos brasiliano la tazzina nervosa, bevuta in piedi al volo, quando siamo nei guai. L’aroma di una sola miscela però profumerà l’afa di Fortaleza, l’altra andrà buttata, nel lavandino dell’eliminazione.