Jeannine Hill Fletcher, teologa femminista all’università Fordham di New York, lamenta le «mancate occasioni» del viaggio di papa Francesco in America, solo «un pannicello caldo… a proposito di donne e Chiesa, gay e lesbiche cattolici, razzismo…». R. R. Reno, direttore del periodico conservatore cattolico First Things, è altrettanto perplesso, ma dall’opposta barricata: «I cattolici tradizionalisti avrebbero chiesto al Papa di essere più stridente sull’aborto, è rimasto alla larga anche dalla polemica sui matrimoni gay…».

Le lagnanze rivali di Fletcher e Reno, raccolte dal quotidiano Washington Post, testimoniamo come le ali militanti della Chiesa, cultura e politica Usa non abbiano colto, almanaccando pedanti l’agenda dei temi aperti - pedofilia, donne e sacerdozio, nozze gay, aborto, Cuba, effetto serra, eccessi del mercato, migranti, razzismo… - il centro della predicazione di Francesco. L’invito umile - nitido nel discorso storico al Congresso - a superare dentro individui e istituzioni l’istinto belluino a dividersi, l’arroganza cieca che gli antichi greci chiamavano hybris di considerare solo noi, e i nostri sodali, padroni dei giusti valori, riducendo gli altri a nemici. Citando la solitudine, esistenziale e collettiva, che i social media inducono nei giovani, il Papa chiama fedeli e non credenti all’ascolto e al dialogo. Avesse in modo «stridente» sollevato i temi a lui cari, Francesco avrebbe cancellato il messaggio che più gli sta a cuore, ricercare la comune umanità, quel che ci unisce nel disagio, non separa. In un’America esausta da 25 anni di guerra culturale, con una campagna presidenziale 2016 che, Trump in testa, promette nuovi obbrobri, il Papa chiede «a chi non pregherà per me, almeno un gesto di buona fortuna», pur di trovare un incontro. La destra rigida lo accuserà dunque di «paganesimo», la sinistra snob dei campus ne irriderà la bonomia da parroco, ma le lacrime dell’ex Speaker della Camera, il repubblicano cattolico Boehner, disgustato dall’intolleranza in politica, testimoniamo come il Papa abbia ben individuato nel risentimento livido il male del secolo. Non fu lo stesso Varrone, nel «De Lingua Latina», a chiarire che l’etimologia di Pontefice è «Costruttore di Ponti»?