Ci sono voluti circa quindici anni perché si compiesse la transizione dei gadget tecnologici, da roba-per-nerd-bruttina-a-vedersi, a oggetti di moda, lussuosi e ambiti. Apple, che di questa rivoluzione è stata l’anima, adesso ha compiuto il passo definitivo, arruolando fra le proprie fila manager dei brand del lusso. Patrick Pruniaux, ex vice presidente del marketing di Tag Heuer, marchio di orologi che fa capo al colosso Lvmh (Moët Hennessy Louis Vuitton), nelle scorse settimane è stato catapultato dalla Ville Lumière a Silicon Valley, riporta il New York Times. Dopo l’Mba alla Hec Paris & London Business School, Priniaux ha lavorato per Moët Hennessy, come responsabile per gli Stati Uniti e l’America Latina, per approdare, nel 2005, nella divisione Tag Heuer. Il suo ruolo attuale in Apple non è ancora stato definito (almeno non ufficialmente) ma, stando alle voci secondo cui sarebbe stata fissata in ottobre l’uscita dell’iWatch (dopo un’attesa durata due anni) Pruniaux rivestirebbe un ruolo cruciale nel marketing strategico e nella cura estetica del prodotto. Con questo nuovo acquisto Apple dimostra seriamente di voler prendere le redini del segmento degli orologi di lusso, con in più, una serie di plus tecnologici: dalla possibilità di fare e ricevere chiamate a minuscoli pannelli solari per la ricarica delle batterie, dai pagamenti online fino a sensori in grado di “ascoltare” il flusso sanguigno per prevenire l’infarto. Le ipotesi sono tante.
È probabile che l’iWatch segni la fine degli orologi come li conosciamo, come è stato per il nostro modo di comprare e ascoltare musica dopo iTunes, di studiare dopo l’avvento dei Mooc e di informarci dopo la rivoluzione web. I brand di orologi tradizionali non stanno per niente sottovalutando la cosa: “Gli smartwatch sono una minaccia che dovrebbe essere presa seriamente”, ha detto a Reuters Jean-Claude Biver, a capo dei marchi di orologi di Lvmh.
L’ex Tag Hauer è la terza punta di diamante incastonata da Apple nella corsa verso il lusso. Prima di lui, infatti, nel 2013, sono stati assunti Paul Deneve, ex amministratore delegato di Yves Saint Laurent, ora vicepresidente di Apple per i Progetti speciali e Angela Ahrendts che, dopo aver fatto virare Burberry da marchio con una forte connotazione british a brand globale dal 2006 al 2013 nel ruolo di Ceo, dallo scorso ottobre si è occupata della strategia di rilancio e rinnovamento dei negozi online e dei punti vendita Apple.