La stessa email che ha chiuso tutte le scuole del distretto di Los Angeles, 640.000 studenti, il numero due in America, non ha fatto paura a New York, distretto scolastico numero 1 con 1,1 milioni di ragazzi, dove si è fatto lezione regolarmente. Perché? Sotto la grande scritta del cinema a Hollywood i nervi sono meno saldi che all’ombra di Wall Street? 

Perché nella metropoli della California mamme e papà sono impazziti nell’andare a riprendere i figli arrivati presto in classe, o convocando baby sitter all’ultimo momento e riempiendo gli uffici di bambini, mentre a New York era una tranquilla giornata dell’autunno più caldo di sempre, con le zanzare che insistono a dar noia a Central Park in dicembre?   

La doppia reazione  

Il capo della polizia di New York, William J. Bratton, fa il duro e convoca una conferenza stampa con il sindaco Bill de Blasio, accusando apertamente di esagerazione i colleghi in California. «Abbiamo avuto le stesse mail con le minacce, le ha spedite la stessa persona, o fonte, arrivano dalla Germania» ma «chiudere le scuole è reazione eccessiva». Los Angeles è però a un’ora di Interstate 10 da San Bernardino, dove il 2 dicembre la furia del Commando Islamista della Porta Accanto ha lasciato sul selciato 14 morti e 22 feriti. Logico che la reazione sia diversa.

Paura a Los Angeles e machismo a New York sono però, fate attenzione, solo la stessa faccia della confusione emozionata con cui l’America reagisce all’ondata terroristica di fine 2015, Parigi, Beirut, Turchia, aereo russo sul Sinai, California. La strage di San Bernardino, perpetrata da Syed Rizwan Farook e da sua moglie Tashfeen Malik, assume, man mano che le indagini vanno avanti, toni che troveremmo assurdi in un film di Quentin Tarantino, Pulp Fiction o Le Iene. Farook guadagnava da impiegato 70.000 dollari l’anno, 20.000 più della media in America, e ha fatto giustizia dei luoghi comuni sul terrorismo animato dalla povertà. Quanto alla Malik, di origine pachistana e emigrata negli Usa, la sua milizia nell’estremismo, sfuggita a ogni controllo prima che arrivasse in California per convivenza e matrimonio, accende i toni della campagna elettorale per la Casa Bianca 2016. 

E considerate Enrique Marquez, il balordo convertito all’Islam che ha comprato per Farook le armi della strage, altra comparsa tragicomica della Pulp Fiction dove il sangue non è ketchup. Sposa per cinque o diecimila dollari la cognata russa del fratello di Farook, passandole così la cittadinanza, ma al bar – dove si ubriaca tornando dalla moschea, violando il credo del Corano che porta in tasca – lamenta che lei non assolva gli obblighi coniugali, come fa invece la sorella, russa dall’incongruo nome italiano, Gigliotti. Un poveraccio, che rischia l’ergastolo e ha seminato morte. 

L’idraulico arrabbiato

Questa è l’America del Natale 2015, quando una mail con Allah scritto senza lettera maiuscola e così generica da far ridere i newyorchesi, getta nel panico LA. Il comico Colbert fa ridere invece l’audience, con la storia – vera – dell’idraulico texano Mark Oberholtzer, che vende di seconda mano il camioncino con la scritta della sua ditta Mark-1 Plumbing sulla fiancata, solo per vederlo riapparire in televisione, con un cannoncino sul pianale, operato da guerriglieri Isis in Siria. «La Siria è ormai un cesso – scherza Colbert – almeno hanno l’idraulico», ma il povero Mark riceve minacce di morte, i clienti lo boicottano e, come di prammatica negli Usa, denuncia per danni fino a un milione di dollari il concessionario che «per non rovinare la carrozzeria», non ha rimosso il suo logo dal pick up truck prima di svenderlo in Medio Oriente. 

Pianeta Trump  

Il presidente Obama va al Pentagono per una rara conferenza sulla sicurezza con i consiglieri al ministero della Difesa. Servirebbe una strategia militare e diplomatica che il Presidente non riuscirà, ormai, a disegnare. Servirebbe anche uno Psicoanalista Nazionale, capace di calmare le angosce di una nazione sull’orlo della crisi di nervi. Un terzo degli elettori repubblicani, almeno nei sondaggi che gli esperti di Big Data Nate Silver e Nate Cohn non considerano validi, trova il suo Strizzacervelli in Donald Trump. Il palazzinaro che corre per la Casa Bianca domina gli altri candidati sul tema del terrorismo, un elettore su due dice di considerare la sua strategia la più efficace. Poco importa che il suo stesso partito giudichi Trump un fracassone, che lasciare i musulmani fuori dall’America, anche i cittadini, sia incostituzionale, che i suoi bombardamenti a tappeto su Isis vengano bocciati dallo stato maggiore e la spesa militare a pioggia dai conti economici e da un Pentagono ormai attento alla cyberwar più che ai cannoni. Queste sono considerazioni razionali e l’America ha paura sotto le feste. La mail di «allah» arrivata dalla Germania finisce nello spam della città di New York e manda in tilt la Città degli Angeli. La guerra dei nervi è appena cominciata.